Biocarburanti

Brussels, 5 dicembre 2008 - sul clima l'Europa sembra allo sbando. Il negoziato europeo sulle Rinnovabili ha trovato ieri una infelice conclusione. La decisione della presidenza francese di dare diritto di veto a tutti gli stati membri consente all'Italia di bloccare ogni accordo sulla direttiva. I parlamentari europei, sotto la forte pressione della presidenza francese, hanno rinunciato a porre condizioni sull'origine dei biocarburanti importati in Europa e hanno dovuto rimangiarsi la mozione giù votata in settembre. Queste condizioni sono essenziali a prevenire un ulteriore sacrificio delle foreste pluviali, assediate proprio dall'avanzata delle monocolture di soia e palma da olio, finalizzate alla produzione di biocarburanti.

La lobby del biodiesel ha invece prevalso ai danni delle foreste e della sicurezza alimentare, messa a rischio nei paesi poveri. Infatti l'Europa ha adottato un obiettivo di 10% di biocarburanti nel settore dei trasporti, senza sufficienti garanzie sulla loro origine. Questo comporterà una forte crescita sui mercati internazionali della domanda di prodotti agricoli come soia e palma da olio.  Il risultato sarà duplice: una crescita dei prezzi di prodotti alimentari essenziali per nei paesi più poveri, e al tempo stesso un'espansione delle monocolture ai danni delle ultime foreste pluviali in Indonesia, Papua nuova Guinea, Sud America e Africa tropicale. 

 

L'effetto della deforestazione provocata da questo nuovo assalto alla terra sarà un vero e proprio boomerang: la distruzione delle foreste e il drenaggio delle paludi torbiere porterà al rilascio in atmosfera di grandi quantità  di CO2. Indonesia e Brasile già primeggiano nelle classifiche dei paesi che emettono più CO2 proprio a causa della deforestazione.

Dopo il misero risultato delle trattative europee sulla nuova legge relativa alle emissioni di CO2 delle auto di prossima fabbricazione,  l'Europa cede anche sulle energie rinnovabili, proprio quando il vertice sul clima di Poznan richiede un ruolo di leadership.