Roma, 16 gennaio 2002 - Si è tenuta questa mattina presso la sede degli Amici della Terra Italia una conferenza stampa in cui si è denunciato il coinvolgimento della Banca Nazionale del Lavoro nel progetto di sfruttamento petrolifero OCP in Ecuador.

Tale progetto, un oleodotto di 500 km dalla selva amazzonica alla costa, avrà  degli impatti socio-ambientali particolarmente devastanti, provocando già una forte protesta da parte delle popolazioni locali.

Alla conferenza stampa, promossa da Amici della Terra Italia, Campagna per la Riforma della Banca mondiale, CRIC e Terra Nuova, è intervenuta Ivonne Ramos, di Accion Ecologica, organizzazione ecologista dell' Ecuador, che oltre a dare un quadro aggiornato della situazione sul campo ha anche informato di un incontro avvenuto due giorni prima in Germania con il Ministro dell'Ambiente dello stato di Nord-Renania e a Westafalia e il presidente della WestLandes Bank, banca capofila del prestito contestato: 900 milioni di dollari al consorzio delle compagnie petrolifere, di cui fa parte l'Agip, con la BNL che si occupa della collocazione dei titoli sul mercato. Accion Ecologica e le organizzazioni ecologiste tedesche hanno richiesto la cancellazione definitiva del prestito. Ivonne Ramos ha affermato che il progetto non deve essere realizzato, distruggerà  la foresta amazzonica  e permetterà  l'ampliamento delle attività  di estrazione a zone finora protette - 11 parchi saranno attraversati dall'oleodotto-  e a territori indigeni tutelati dalla costituzione. Il tracciato attraversa inoltre zone ad alto rischio sismico, vulcanico - 94 faglie e 6 vulcani attivi- e zone esposte a rischio idrogeologico".

Le organizzazioni promotrici della conferenza stampa, insieme a Legambiente, Greenpeace, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Federazione dei Verdi e Comitato Internazionalista Uwa, hanno inviato nei giorni scorsi alla Banca Nazionale del Lavoro una lettera in cui si chiedeva di sospendere immediatamente le attività  di intermediazione sul finanziamento e di fare anche pressione sulla Westlandes Bank affinchè questa sospenda qualsiasi erogazione al consorzio.

Nell'introdurre la conferenza stampa Laura Radiconcini degli Amici della Terra Italia ha detto: "siamo molto lieti di ospitare Ivonne Ramos di Acciòn Ecologica- Amici della Terra Ecuador che da tanto tempo si battono contro questo disastroso progetto. C'è, nell'opinione corrente italiana, una continua presunzione di innocenza del nostro paese nei confronti dell'estero: italiani brava gente, insomma. Beh, mica tanto e mica sempre. In Ecuador una banca italiana si preparà  a giocare un ruolo odioso ed è importante che l'opinione pubblica lo sappia. Se poi la BNL tornerà  sui suoi passi saremo i primi ad applaudirla."

Secondo dichiarazioni pubbliche della WestLB un prerequisito per ogni eventuale coinvolgimento finanziario nel progetto era che i destinatari del prestito aderiscano agli standard ambientali della Banca Mondiale. Oggi sembra che questa premessa venga disattesa mentre manca ancora una valutazione degli impatti cumulativi a livello regionale che verranno causati dall'oleodotto e dalle nuove perforazioni ad esso associate, delle alternative, mentre le consultazioni con le popolazioni locali non sono avvenute.

"Ancora una volta siamo di fronte ad un progetto che in nome dello sviluppo petrolifero porta con se rischi elevati, non solo per l'ambiente e le comunità locali, ma anche per l'economia dell'Ecuador. Un paese già  notevolmente esposto in termini di debito estero, con le banche italiane che giocano un ruolo di primo piano, a partire dalla BNL, ma dove anche il nostro stesso governo ha interessi molto stretti dal momento che la SACE, l'agenzia di credito all'esportazione italiana, controlla la metà del debito commerciale dell'Ecuador a livello globale. Oggi è necessario fermare un nuovo disastro e vedere quali interventi sono invece necessari, a partire da processi equi di cancellazione e riconversione del debito, per non creare a breve un secondo caso Argentina". Ha dichiarato Jaroslava Colajacomo della Campagna per la riforma della Banca mondiale.

Il CRIC e Terra Nuova ormai da molti anni collaborano con Acciòn Ecologica ed altre organizzazioni dell'Ecuador sui temi della difesa del patrimonio ambientale e dei diritti delle comunità  locali. "Operiamo in Ecuador con iniziative di cooperazione che puntano alla valorizzazione delle risorse per uno sviluppo locale sostenibile. L'impegno delle due Ong sul progetto OCP nasce proprio dalla certezza che questo tipo di interventi, portati avanti anche da società  italiane come la BNL  e l'Agip, oltre che altamente dannosi per l'ambiente e le comunità  locali, vanifichino totalmente la possibile costruzione di alternative di sviluppo" conclude Isabella Giunta del CRIC.

 

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