Javier Torres Cruz si batteva contro la deforestazione illegale praticata dai signori della droga nello stato messicano di Guerroro. Leader dell'associazione ambientalista dell'Organizzazione della Coyuca Montagne e Petatlán, Torres Cruz si batteva a viso aperto contro il disboscamento illegale nella regione montagnosa, per fare spazio alle coltivazioni di papavero da oppio. Secondo il Comitato Contro la Tortura e l’Impunità (CCTI), uomini armati hanno teso un agguato a Torres Cruz mentre era in auto presso la sua città natale di La Morena, nelle montagne Petatlan mentre si dirigeva nella comunità Puerto de la Mosca, a trovare i suoi figli.  I sicari sono stati identificati come "los Arreolas", vicini al del signore della droga Alba Álvarez. Nell’imboscata è rimasto ferito suo fratello Felipe Torres.

 

Torres Cruz viveva nascosto dopo che nel dicembre del 2008 era stato fermato ad un posto di blocco militare dove fu bendato e picchiato e per poi essere consegnato da soldati del 19 Battaglione di Fanteria ad un gruppo di persone armate, presunti sicari al servizio si Alba Álvarez. Torres Cruz riuscì a scappare dai suoi rapitori e denunciare i militari davanti alle commissioni dei diritti umani di Guerrero e nazionale, così come alle organizzazioni internazionali

Torres Cruz non temeva le minacce. Nel 2008 ha accusato un allevatore di minacciare i contadini per impossessarsi della loro terra. Ha quindi fatto i nomi degli uomini legati ad Alba Álvarez, accusandoli di aver ucciso attivista dei diritti umani, Digna Ochoa, nel 2001, anche se per le autorità si tratta di un suicidio. Proprio per questo, la famiglia di Torres Cruz ritiene che l'omicidio potrebbe essere legato alla testimonianza di Torres Cruz contro Alba Álvarez.
Secondo la CNN, nel 2010 in Messico sono stati uccisi 50 attivisti.

 

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