La foresta di Narmanve è stata rimossa per fare posto agli impianti della Coca-Cola, l'isola di Kalangala, sul Lago Vittoria, è stata deforestata per fare spazio alle piantagioni di palma da olio. Anche la foresta di Mabira è stata messa in pericolo dalle piantagioni di canna da zucchero, mentre aree forestali considerevoli sono minacciate dagli scarichi industriali provocati da grossi gruppi, come la Nile breweries o il Gruppo Mukwano.
Le comunità locali dipendono da queste foreste, tanto dal punto di vista materiale (risorse, cibo, medicine, indumenti, fuoco), quanto da quello spirituale (religione, orientamento, paesaggio, conoscenze).
Quando le foreste sono intaccate, le comunità vengono forzate a emigrare o direttamente deportate. Anche quando questo non succede, è comunque il loro ambiente che li abbandona, e si ritrovano emigrati in patria", in un ambiente sconosciuto e ostile. Purtroppo perfino l'istituzione di nuove aree protette rischia di minacciare le comunità locali, cui viene interdetto l'accesso alla propria foresta.
Più a rischio sono le donne. Tradizionalmente escluse dalla proprietà privata e dal controllo sulle risorse, le donne sono fortemente dipendenti dalle attività di raccolta nella foresta, la cui scomparsa esaspera il fenomeno di marginalizzazione.