Kampala, 12 dicembre 2008 - I lavori di costruzione della diga di Bujagali non sono destinati a fermarsi, avverte la Campagna per la riformadella Banca Mondiale. Dopo il ritiro nel giugno 2003 di due compagnie scandinave che facevano parte del consorzio costruttore insieme all'americana AES, la più grande società  indipendente produttrice di energia nel mondo, ad agosto 2003 anche la stessa AES ha deciso di uscire dal progetto, in cui si calcola abbia perso una somma vicina ai 75 milioni di dollari. 
Le ultimissime notizie però riferiscono di un nuovo consorzio costruttore fattosi avanti e di un possibile inizio dei lavori nel 2006. Si attendono nuovi sviluppi, anche sul destino del finanziamento che la Banca mondiale aveva accordato al progetto, che pare sarà riconfermato. La spinta decisiva per il nuovo tentativo di costruire la diga è stata data dal governo ugandese. 
 
Lo scorso ottobre, i lavori per la costruzione della linea di trasmissione dalla diga di Bujagali alla centrale elettrica di Mutundwe sono stati bloccati a causa della proteste della popolazione locale. La diatriba è nata su un punto cruciale legato allo sviluppo del progetto: le compensazioni.  Secondo i residenti di Wakiso e Mukuno i risarcimenti attualmente pagati per l’esproprio delle terra attraversate dalla linea di trasmissione sono abbondantemente inadeguate, non permettendo un reinsediamento in altre parti del Paese. Eppure, sostengono ancora i residenti, il governo di Kampala aveva fatto bel altre promesse.
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