Jakarta, 21 dicembre 2008 - Come nel Vietnam. Il fuoco piove dall''elicottero e si spande sulle case del villaggio, colonne di fumo che si levano tra le palme. Ma non è Apocalypse Now, è l'Indonesia, lo scorso giovedì 18 dicembre. E' la guerra tra i contadini del villaggio di Suluk Bongkal e l'impresa Arara Abadi, che rifornisce di legno la cartaria Indah Kiat Pulp and Paper, del gruppo APP - Sinar mas. L'associzione Watch Indonesia ha divulgato la notizia, su indicazione di Jikalahari, associazione ambientalista della regione di Riau, mentre nella zona ancora non è consentito l'accesso ai media.
Le terre del villaggio di Suluk Bongkal erano state formalmente assegnate al villaggio nel 1991, ma nel 1997 sono state cedute alla PT Arara Abadi, lasciando senza terra i contadini. Dopo dieci anni di conflitto, i contadini, affiliatisi nel sindacato agricolo della regione di Riau, sono riusciti a riavere indietro le loro terre. Una delibera del Ministero delle Foreste indicava come i residenti nell'area prima del rilascio della concessione avessero il diritto di restare (S 319/Menhut-VI/2007), ma non è servito.
L'incidente dello scorso giovedì ha avuto luogo quando la polizia locare ha tentato di arrestare il portavoce del sindacato contadini. L'intero villaggio ha tentato di impedire l'arresto, e le forze di polizia, incapaci di controllare la rivolta, hanno fatto ricorso a mezzi di guerra: sganciando liquido infiammabile sul villaggio, mentre da terra venivano sparati proiettili di gomma e candelotti lacrimogeni.
Colti dal panico, gli abitanti del villaggio sono fuggiti della foresta, mentre la polizia iniziava la caccia all'uomo e arrestava centinaia di persone. Putri, un bambino di due anni, è stato successivamente trovato morto nella foresta, annegato in una pozza.
Una volta disperso il villaggio, il controllo della terra è stato assunto da civili armati, assunti dalla Indah Kiat Pulp and Paper e sono entrati in scena i bulldozer per radere al suolo ciò che restava del villaggio.
Il risultato dell'operazione: 700 case date alle fiamme, 200 contadini arrestati e altri 400 ridotti in stato di clandestinità. Le foreste sono sempre di più scarse in Indonesia, e l'industria della carta fa il possibile controllarne gli ultimi scampoli. L'Italia importa dall'Indonesia carta e pasta di cellulosa per quasi 50 milioni di Euro. Anche dalla APP.
Del caso si è occupata anche la Commissione Nazionale per i diritti umani.