Johannesburg, 28 agosto 2002 - Gruppi ambientalisti italiani e statunitensi hanno criticato il nuovo rapporto “Financing Sustainable Development” della Banca mondiale, del Fondo monetario e del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), definendolo una mera tinteggiata di verde per poi continuare a finanziare il business as usual, che non fa altro che acuire la distruzione ambientale ed il degrado sociale.
I principi presentati nel rapporto non parlano nemmeno di “pratiche migliori” per le industrie, questa l’opinione di Amici della Terra USA, Rainforest Action Network e Campagna riforma Banca mondiale. L’iniziativa dell’UNEP è inadeguata nel confrontarsi con le sfide sull’ambiente attualmente in discussione al summit.
La Financial Initiative dell’UNEP è stata inaugurata a Rio nel 1992, tuttavia nel decennio passato si è visto un grosso aumento di capitali privati utilizzati per finanziare progetti ad alto impatto ambientale. Le politiche del Fondo Monetario Internazionale continuano ad assicurare alle multinazionali straniere lo sfruttamento delle risorse naturali dei paesi in via di sviluppo in nome della crescita economica. Le recenti proteste in Ecuador hanno portato alla luce come il FMI con degli accordi sui prestiti, stia facilitando la costruzione dell’oleodotto OCP, che distruggera’ 11 zone di grande pregio ambientale.
La Banca mondiale ha finanziato negli ultimi anni ben 200 progetti per combustibili fossili, per un totale di 22 miliardi di dollari, mentre ha investito solo 900 milioni in progetti per rinnovabili. Molte delle politiche ambientali sono state indebolite, così come la politica sulle foreste che è stata modificata considerevolmente, tanto da poter permettere il taglio di alberi in punti critici delle foreste tropicali.
“La Banca mondiale dovrebbe promuovere uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale” ha affermato Antonio Tricarico della Campagna per la riforma della Banca mondiale. “Questo nuovo rapporto non fa altro che evidenziare come le politiche della Banca abbiano incentivato un sempre maggior uso di risorse, andando a beneficiare le grandi multinazionali e le elite politiche che ricavano i profitti sfruttando queste risorse” ha continuato Tricarico. “Oggi gli investimenti delle banche private sono coperti dalla Banca mondiale, mentre le comunità locali devono accollarsi tutti i rischi derivanti dai progetti. La Banca deve dimostrare un impegno concreto per lo sviluppo sostenibile con i fatti”, ha concluso Tricarico.