A 200 chilometri dalla capitale Kinshasa si trova una delle cascate più grandi del mondo. Il fiume Congo si getta in un salto di 96 metri, trascinando 42.000 metri cubi d'acqua al secondo. Il Bacino del Congo ospita la seconda foresta tropicale del pianeta. Come nel caso del Rio delle Amazzoni, il fiume Congo è l'arteria vitale delle foreste pluviali dell'intera regione. Ma acqua significa energia per l'esportazione e per gli impianti industriali, e quindi impianti idroelettrici.
Progettati la prima volta nel 1920 dall'amministrazione coloniale, che per l'occasione ha espulso diverse comunità locali, gli impianti idroelettrici di Inga e Inga 2 sono stati costruiti tra il 1972 e il 1982, avviando la spirale di debiti che ancora strangola il paese. Gli impianti lavorano al 40% delle capacità, a causa della mancanza di manutenzione. Il terzo impianto, la Grande Inga, è ora progettato allo scopo di esportare energia elettrica in Sudafrica, oltre che per per attirare investimenti industriali nella Repubblica Democratica del Congo. 
Dotata di 52 turbine da 750MW, la Grande Inga è destinata a produrre il doppio della famigerata diga delle Diga delle Tre Gole in Cina, e costerà circa 8 miliardi di dollari, la cui spesa sarà in parte coperta dai crediti sul carbonio, nel quadro del  Clean Development Mechanism (CDM) sviluppato dalla Banca Mondiale, con la copertura della Banca Europea degli Investimenti (BEI) e dell'African Development Bank.
 
Ma si tratta davvero di un progetto "verde"? Secondo International Rivers le cose non stanno proprio così: "gli impianti idroelettrici ad acqua fluente (run-of-river) possono avere impatti meno devastanti di quelli a serbatoio, ma spesso i risultati sono tutt'altro che positivi. Il significato del termine run-of-river non è ben definito, e si presta a offrire una copertura verde a  progetti che non lo sono affatto, e che hanno pesanti conseguenze sull'ambiente e sulla vita delle popolazioni locali. Relativamente alla Grande Inga, ancora non è chiara l'estensione delle barriere e della captazione delle acque in canali, ma certamente l'impatto sulle risorse ittiche e sugli ecosistemi costieri di un impianto di queste dimensioni sarà considerevole. Studi scientifici evidenziano come le emissioni di metano generate dagli impianti idroelettrici rischiano di assobire la riduzione delle emissioni".
http://www.internationalrivers.org/
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