Un accordo di pace per salvare le foreste della Tasmania, dopo un quarto di secolo di conflitto tra l'industria del legno e il movimento ambientalista. La lunga serie di negoziati tra industria, sindacati e associazioni ambientaliste, culminerà oggi con la consegna al premier della Tasmania David Bartlett di una dichiarazione di principi, già firmata dalle parti.


L'accordo preserva le foreste primarie della Tasmania dall'abbattimento, mentre sarà sostenuto lo sviluppo delle piantagioni in aree agricole. Il governo regionale della Tasmania richiederà al governo australiano fondi di centinaia di milioni di dollari per assicurare la transizione all'industria del legno. L'ultimo ostacolo all'accordo, la richiesta ambientalista di limitare l'utilizzo di biomasse da legno, è stato finalmente rimosso. In cambio le associazioni ambientaliste hanno accettato di riconoscere i contratti già in essere di fornitura di legname.

Il conflitto tra industria del legno e ambientalisti nelle foreste primarie della Tasmania è iniziato nella metà degli anni ottanta. In questi decenni, sono state abbattute decine di migliaia di ettari di foreste centenarie di eucalipti, con piante fino a 400 anni di età, per farne trucioli di legno di scarso valore, e centinaia di manifestanti sono stati arrestati durante le proteste. Il conflitto è costato la testa a diversi leader politici, come il capo dell'opposizione Mark Latham, che nel 2004 si era impegnato a proteggere una serie di foreste di alto valore di conservazione, indicate dalla Wilderness Society: questa scelta gli è costata una sonora batosta elettorale.
Il leader dei Verdi, Bob Brown, che negli anni ottanta era stato gettato nel fango dai taglialegna e poi preso a fucilate negli scontri di Farmhouse Creek, ha sostenuto che l'accordo rappresenti un punto di riferimento nella conclusione della controversia: 'queste vicende non si concludono mai del tutto in pochi giorni - ha commentato - ma confido che questo possa essere il più grande passo avanti dopo l'impegno assunto da Mark Latham".
Nonostante i numerosi interventi del governo federale in tutela delle foreste, e i cospicui fondi dati come compensazione all'industria del legno, l'abbattimento di alberi centenari è continuato fino alla settimana scorsa. Il processo di pace è iniziato dopo che le elezioni hanno portato al governo una coalizione tra verdi e laburisti, lo scorso aprile, in coincidenza al crollo delle esportazioni causato dalla crisi: dopo essere cresciute quasi del 300 per cento 2008-2009, le esportazioni di trucioli di legno verso la Cina sono calate all'86 per cento fino ad oggi raggiungendo solo 23.000 tonnellate per il periodo gennaio-aprile 2010.

L'Australia ha una piccola percentuale di foreste rispetto ad altri paesi (circa un quinto del teritorio è boscato), ma le sue foreste stanno sparendo con grande velocità. Il paese ha concquistato il quinto posto nella graduatoria mondiale della deforestazione annuale. Il 21,3%, del territorio australiano è costituito da boschi e foreste, che si estendono su 163.678.000 ettari. Di questi, il 3,2%, pari a 5.233.000 ettari, è classificato come foresta primaria, ossia ancora incontaminata e ricca di biodiversità.

La road map di pace firmata in giornata, riconosce la necessità di fermare il taglio industriale nelle foreste primarie, in un arco di tempo ancora da concordare. Mentre sarà fermato il taglio in queste foreste per la produzione di trucioli per l'industria cartaria e per la produzione di biomasse, questo sarà ancora consentito per la produzione di segati di pregio.

 

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