Kimberly-Clark, il principale produttore mondiale di carta tissue (carta igienica, fazzolettini ecc) si è impegnato a ridurre  del 50% il suo impatto sulle foreste naturali. L'impegno include l'impiego di  fibre alternative come il bambù, la canapa e i residui agricoli, allo scopo di tagliare metà del consumo di celulosa dalle foreste naturali come la foresta boreale canadese. Come risultato, entro il 2025, l'azienda utilizzerà 375 000 tonnellate in meno di pasta di legno da foreste naturali.

 

"Ridurre la pressione sulle foreste naturali è una misura essenziale per aiutare foreste ancora esistenti nel mondo e frenare la deforestazione e il degrado. Se l'impegno di Kimberly-Clark sarà messo in pratica con forza, potrebbe portare un'innovazione nel settore che sarà seguita anche da altre imprese  - Ha commentato Richard Brooks, di Greenpeace, che per anni si è battuta contro l'impiego delle foreste boreali da parte di Kimberly-Clark - Per questo siamo soddisfatti di questa iniziativa".

Le emissioni di gas serra associate alla deforestazione sono una delle principali cause del riscaldamento globale, soprattuto in paesi come l'Amazzonia e l'Indonesia. Ma anche in Canada, il degrado delle foreste boreali ha conseguenze gravi sul clima, oltre che sulla fauna selvatica, tanto che animali come il caribù e il ghiottone sono oramai minacciati.

"Per un'azienda delle dimensioni di Kimberly-Clark non è facile adottare una mossa di queste dimensioni, dopo essersi basata per quasi un centinaio di anni sulle foreste naturali - ha aggiunto Brooks - Questo potrebbe essere l'inizio di una rivoluzione globale dell'industria della cellulosa e della carta. "

In Nord America e in Europa, Kimberly-Clark ha già iniziato a testare sul mercato prodotti contenenti fibre di grano e di bambù.

 
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