Vittoria piena per e associazioni ambientaliste del Texas: il Servizio Forestale  degli Stati Uniti ha rinunciato a cedere la Davy Crockett National Forest alle compagnie petrolifere per l’estrazione di petrolio e gas, almeno per ora. I gruppi ambientalisti risono opposti, sia per la protezione delle foreste che per evitare ulteriore estrazione di combustibili fossili.

Giovedì scorso, Timothy Abing, direttore per l’utilizzo del suolo del Forest Service ha dichiarato che avrebbe rivisto il progetto. Così il Servizio Forestale ha ritirato il consenso all’affitto dei terreni, la cui asta era prevista per il prossimo 20 aprile.


Nella zona lo sfruttamento petrolifero è già presente sin dal 1970, e si stendono su gran parte del territorio della foresta nazionale. 

"Siamo soddisfatti per la decisione del  Servizio Forestale di sospendere l’asta per dare il tempo all’opinione pubblica di esprimere preoccupazioni, ma pensiamo che in generale non di debbano più vendere contratti di locazione per lo sfruttamento petroliero o di gas", ha detto Wendy Park, del Center for Biological Diversity (centro per diversità biologica) “lo sfruttamento comport l’abbattimento di preziose foreste pubbliche, per le esportazioni, per le strade, e gli oleodotti, mentre fracking minaccia bacini idrici e le forniture di acqua potabile. I combustibili fossili devono restare sottoterra se vogliamo evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici."
 
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