Un team di scienziati, inclusi diversi dalla Smithsonian Institution, ha scoperto che le foglie delle spermatofite (piante con fiori e semi) delle foreste pluviali hanno il più alto tasso di vasi conduttori in rapporto alla superficie. La loro conclusione è che questa caratteristica ha aumentato la quantità di acqua disponibile per le foglie, accrescendo la cattura del carbonio e quindi una crescita più rigogliosa. Un sistema idraulico più efficiente, può avere radicalmente alterato il ciclo del carbonio nelle foreste, e attivato un cambiamento ambientale.
"E 'affascinante come una caratteristica semplice di una foglia come la densità delle vene possa permettere di studiare le prestazioni delle piante del passato - ha commentato Klaus Winter, dello Smithsonian Tropical Research Institute di Panama - Purtroppo, non è possibile misurare direttamente il flusso d'acqua attraverso le foglie fossili. Quando le piante fissano il carbonio, disperdono acqua in atmosfera, e per diventare più produttive, come sono molte delle piante attuali, hanno bisogno di un sistema idraulico estremamente elaborato".
Una passeggiata in una foresta tropicale più di 100 milioni di anni fa avrebbe offerto un paesaggio piuttosto diverso rispetto a quello di una foresta pluviale dei giorni nostri. I dinosauri sono stati ombreggiato da piante senza fiori come cicadee e felci. Circa 40 milioni di anni più in là, i dinosauri si sono estinti, e sono comparse le foreste pluviali: un regno di alberi giganti che si riproducono con i fiori invece che con le spore. Esaminando le immagini di oltre 300 cento tipi di foglie fossili, il team guidato da Taylor Feild della la University of Tennessee, hanno contato le i vasi conduttori di ciascuna foglia. Il loro lavoro dimostra che anche dopo le piante da fiore evoluto, ci volle del tempo prima che ha sviluppato i sistemi idraulici efficienti che consentano loro di trasformarsi in gigantesche forme di vita come alberi tropicali. La densità delle vene nelle foglie delle piante da fiore è aumentato in almeno due periodi diversi, che hanno segnato il passaggio dalle foreste preistoriche alle attuali, secondo questa ricerca pubblicata negli Atti della National Academy of Sciences.
Il primo salto - quando la densità vena foglie fossili delle piante spermatofite ha superato la prima volta la densità dei vasi nelle foglie delle piante senza fiori - ha avuto luogo circa cento milioni di anni fa. Il secondo aumento più significativo nella densità ha avuto luogo 35 milioni anni più tardi. I tronchi d'albero pietrificati di oltre di un metro di diametro iniziano ad apparire proprio in questo periodo, indicando un altro punto di riferimento - l'evoluzione degli alberi fioriti. Ben presto le foglie delle angiosperme hanno avuto il doppio dei vasi dei quelle delle piante senza fiori. Entro la fine del Cretaceo, circa 65 milioni di anni fa, il numero di nervature per unità di area era ormai molto simile a quello delle foglie delle attuali foreste pluviali.
Come spesso accade, questo studio ha generato nuove domande. E' stato il progresso del sistema idraulico delle angiosperme a rendere possibile la crescita dei giganteschi alberi delle foreste pluviali? Quanto è stato cruciale questa evoluzione delle piante rispetto ai cambiamenti climatici che si stavano verificando in quel periodo? Queste piante erano più in grado di sfruttare naturalmente gli ambienti umidi creati dalle attività tettoniche o e dai cambiamenti nei modelli di circolazione oceanica, o sono stati gli stessi alberi a contribuire al cambiamento climatico pompando più acqua in atmosfera?