Gli aceri saccarini delle foreste dei Grandi Laghi sono destinati a declinare nei prossimi decenni, secondo i ricercatori dell'Università del Michigan, a causa di una minaccia fino ad oggi pocp tenuta in considerazione: le piogge acide. Negli ultimi quattro decenni, la presenza degli aceri si è fatta più debole nelle regioni del nordest degli Stati Uniti e del Canada sud-orientale, soprattutto a causa dell'acidificazione del suolo granitico, povero di calcio, proprio a causa delle piogge acide. Le foreste d'acero nell'Alta regione dei Grandi Laghi, al contrario, crescono in terreni ricchi di calcio, che fungono da un tampone contro l'acidificazione del terreno. Per questo fino ad ora sono state risparmiate dai danni subiti dalle foreste del Nord-Est.
Ora però, gli scienziati hanno scoperto un meccanismo inatteso con cui le piogge acide danneggiano le piantine di acero anche nella regione dei Grandi Laghi. L'azoto liberato dalle piogge acide rallenta la decomposizione microbica delle foglie morte sul suolo della foresta, con un conseguente accumulo di foglie morte che crea una barriera fisica alla ricerca di humus da parte delle radici delle piantine, mentre le foglie giovani devono aprirsi la strada attraverso una fitta lettiera per raggiungere la luce del sole.
"L'ispessimento del suolo della foresta è diventato una barriera fisica per le piantine, che non riescono a raggiungere suolo minerale - spiega il professor Donald Zak, delll'Università del Michigan - Quello che abbiamo scoperto è un meccanismo completamente diverso e indiretto nel quale il deposito di azoto atmosferico può avere un impatto negativo sugli aceri".
La nuova ricerca, pubblicata sul Journal of Applied Ecology, presenta i risultati di17 anni di studi sperimentali in quattro aceri da zucchero nelle penisole inferiore e superiore del Michigan.
Entro la fine di questo secolo, la deposizione di azoto da piogge acide potrebbe raddoppiare in tutto il mondo, a causa di un maggiore impiego di combustibili fossili. Negli ultimi 17 anni, nei quattro siti di sperimentali del Michigan, Zak e suoi colleghi hanno aggiunto pellet nitrato di sodio (sei volte in tutta la stagione di crescita, ogni anno) in tre campi sperimentali di 30 metri per 30 metri, per simulare la quantità di deposizione di azoto prevista entro la fine del secolo.
Patterson e i suoi colleghi hanno scoperto che l'aggiunta di azoto ha aumentato la quantità di foglie morte sul suolo della foresta fino a un 50 per cento, causando una riduzione significativa di successo delle giovani piantine.
L'abbondanza media di piantine tra tre e cinque anni è diminuito in modo significativo nelle aree in cui è stato simulato l'aumento di azoto: 0,6 steli per metro quadrato rispetto a 10,6 steli per metro quadrato.
Insomma, sarà sempre più difficile per i nuovi semi rigenerare la foresta, e la popolazione di aceri da zucchero in questa regione potrebbe essere destinata al crollo.