Si chiama Sustainable Forestry Initiative (SFI) ed è lo standard statunitense di certificazione, parte del più noto marchio PEFC. Secondo un rapporto di ForestEthics lo SFI non sarebbe che greenwashing sponsorizzato dall'industria del legno e dai produttori di carta. Intitolato SFI: Certified Greenwash, il rapporto evidenzia come lo SFI sia finalizzato gli interessi commerciali dell'industria del legname, della carta e dei prodotti forestali.
"Il rapporto spiega il greenwash praticato dal SFI - spiega Aaron Sanger, di ForestEthics - una truffa sponsorizzata dall'industria, che minaccia le nostre foreste, le comunità, i corsi d'acqua e la fauna selvatica."
Tra le conclusioni del rapporto:
- Praticamente tutti i finanziamenti dello SFI provengono da imprese della carta e del legno;
- Le etichette più comunemente usate della certificazione SFI, non prevedono il controllo della filiera (catena di custodia) del contenuto o della sua origine;
- Dei 543 enti di certificazione accreditati dallo SFI dal 2004, nessuno vede un problema in impatti come l'erosione del suolo, il taglio a raso, la qualità dell'acqua,l'impiego di prodotti chimici, che dovrebbero essere al centro di un programma gestione forestale responsabile;
- In un caso, ad un team di certificazione SFI, composto di due membri, sono bastati cinque giorni per verificare un'area grande quanto lo stato della Pennsylvania. Dopodiché non hanno rilevato violazioni di norme dello SFI e non ha individuato alcun miglioramento da apportare;
- I membri del Consiglio che rappresentano SFI per la camera ambientale e sociale, che dovrebbe difendere gli interessi degli ambientalisti sono due persone screditate: Mike Zagata, il più controverso dirigente di agenzia dell'ex governatore di New York Pataki, e Marvin Brown, che ha dovuto dimettersi da dirigente forestale in Oregon per aver tollerato pratiche forestali distruttive.