Sono un paesaggi da sogno. Fitte foreste che si gettano a picco verso l'oceano e si arrampicano su fiordi coperti di nebbia, animali quasi mitologici come lo "Spirit Bear", un orso bruno dal mantello candido, e alberi giganteschi, fiori dai colori intensi, ed una vegetazione rigogliosa se sempre verde. Alberi come lo sitka spruce (Picea sitchensis) e il cedro rosso occidentale (Thuja plicata) raggiungono i 100 metri di altezza, e possono arrivare a 1500 anni di età. Sembra una terra dimenticata. Eppure queste foreste stavano per scomparire per sempre, tagliate a raso dall'industria del legno.
Dopo oltre un decennio di campagna ambientalista guidata da Greenpeace, Sierra Club e ForestEthic, ora queste foreste saranno finalmente protette.
Il governo canadese ha annunciato la protezione di 2,1 milioni di ettari di foresta e ha stanziato fondi per 120 milioni di dollari per riconvertire l'industria del legno verso altre attività di sviluppo di "sostenibile" e basato sule comunità locali. Il prelievo legnoso, ancora previsto in alcune aree, dovrà seguire le rigorose regole del piano di gestione basato sul principio ecositemico (Ecosystem-based Management), una metodologia molto avanzata, che prevede la protezione di oltre il 50% delle foreste in ogni singola area, mettendo così al sicuro altri 700.000 ettari di foresta. Il piano annunciato dal governo assicurerà la protezione dell'habitat di grandi mammiferi, come l'orso grizzly, il puma e il lupo grigio.
La foresta costiera occidentale del Canada ha un valore particolare: rappresenta l'ultima vasta area di foresta pluviale temperata. Secoli fa, le foreste pluviali si estendevano lungo le fasce costiere degli Stati Uniti occidentali, della Norvegia, della Scozia, dell'Irlanda, della Russia, dell'Australia e della Nuova Zelanda.
Oggi, soltanto la Columbia Britannica, l'Alaska ed il Cile conservano parti significative di foresta costiera.