Roma, 7 novembre 2005 - Greenpeace ha bloccato una nave nel porto finlandese di Kemi per impedire che cellulosa frutto della distruzione delle ultime foreste primarie finlandesi venga esportata per farne riviste.
All'azione hanno preso parte attivisti provenienti da Francia, Spagna, Germania, Belgio, Danimarca, Svizzera, Svezia e Finlandia.
La più grande multinazionale della carta, Stora Enso, acquista tronchi abbattuti nelle foreste primarie della Lapponia settentrionale, dove da pochi giorni il governo finlandese ha ripreso le operazioni di taglio in grande stile in violazione delle stesse leggi ambientali del paese.
E' un crimine distruggere foreste millenarie per farne carta per riviste pubblicitarie" commenta Sergio Baffoni, di Greenpeace. "La Stora Enso deve smettere di acquistare fibre originarie dalla distruzione delle foreste, e il governo finlandese deve fermare immediatamente le operazioni di taglio."
Le foreste primarie della Finlandia sono essenziali per la vita dell'unico popolo indigeno d'Europa, i Sami. La loro vita si basa sull'allevamento delle renne, che dÃinverno possono sopravvivere solo brucando i licheni che crescono nelle foreste primarie. Per questo, dopo ripetuti appelli dei Sami, nell'ottobre 2005, una sentenza del tribunale finlandese ha ordinato al governo di cessare il taglio nelle terre dei Sami, ma il governo si rifiuta di eseguire la sentenza.
Alberi centenari abbattuti per farne carta. Eppure questa distruzione non è affatto necessaria. Con l'aiuto di numerosi scrittori quali Andrea De Carlo, Niccolò Ammaniti, Camilla Baresani, Sandro Veronesi e tanti altri, Greenpeace ha recentemente dimostrato che è possibile stampare libri su carta riciclata, senza perdite sostanziali in qualità o in prezzo. Centinaia di migliaia di libri in vendita nei negozi italiani ed europei lo dimostrano. "Se è possibile con i libri, tanto più sarà possibile per le riviste o per i quotidiani - ha concluso Baffoni - produrre carta in modo responsabile è possibile e funziona. Le foreste continuano ad essere distrutte solo per gli interessi di poche multinazionali"
Greenpeace chiede alle imprese di non acquistare carta o legno originari dalla distruzione delle foreste primarie del pianeta."