8 giugno 2007 - Il commercio del cacao ha finanziato con 118 milioni di dollari le due parti in conflitto in Costa d'Avorio. La Costa d'Avorio è il principale produttore mondiale di cacao per l'industria mondiale della cioccolata. Il rapporto mostra come le le esportazioni di cacao abbiano contribuito significativamente a finanziare le due parti in conflitto nel paese, il governo e il gruppo ribelle Forces Nouvelles (FN), che controlla la metà  settentrionale del paese.

La Costa d'Avorio è il primo esportatore mondiale di cacao, e controlla il 40 per cento delle esportazioni mondiali, il doppio del Ghana, che si colloca al secondo posto. Il cacao rappresenta da solo il 35 per cento del valore delle esportazioni del paese, per un valore di 1,4 miliardi di dollari annui.

Il rapporto di Global Witness denuncia l'intero sistema del commercio del cacao, caratterizzato da opacità., corruzione e favoritismo politico. Il rapporto ha dimostrato che:
* oltre 58 milioni di dollari sono stati dirottati dal commercio del cacao allo sforzo bellico governativo.
* le due delle principali imprese occidentali del cacao sono state coinvolte nel finanziamento del conflitto: la Cocoa SIFCA, branca ivoriana del gruppo statunitense Archer Daniels Midland (ADM), e la Dafci, della multinazionale francese Bolloré.
* il gruppo ribelle Forces Nouvelles da parte sua, ha ottenuto 30 milioni di dollari l'anno tassando il cacao in transito verso le zone controllate dal governo, nel sud del paese. Questo sistema ha finanziato la fazione armata ribelle, e al tempo stesso ha consentito ai suoi dirigenti di accumulare fortune personali, a scapito della popolazione delle regioni settentrionali del paese. In Costa d'Avorio oltre il 40 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.

A protezione di questo torbido commercio, si è sviluppato un sistema perverso basato su corruzione, minacce e intimidazioni, che ha portato scomparsa nel 2004, e al probabile omicidio, del giornalista franco-canacese Guy-Andrè, e di un avvocato francese incaricato dall'Unione Europea di verificare il settore del cacao.

Global Witness chiede all'industria della cioccolata di non partecipare a questo traffico, e si appella ai consumatori affinché chiamino i numeri verdi delle imprese per chieder loro di sostenere i contadini e non le i signori della guerra. I fornitori sarebbero in grado mostrare in modo trasparente l'origine del cacao, ma senza una chiara richiesta da parte delle imprese produttrici, continuano a sostenere un traffico che alimenta la guerra civile.

Il rapporto di Global Witness Hot Chocolate

 

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