Se le acrobazie mediatiche del colosso agroalimentare Cargill piovessero convincere qualcuno sulla responsabilità ambientale della multinazionale, una paio di articoli recentemente pubblicati potrebbero bastare a diradare le nubi. Il primo è un articolo apparso su Indonesia Finance Today, che chiarisce come la Cargill abbia in programma l'espansione dei propri terreni coltivati in Indonesia di 90.000 ettari per l'aprile 2013, mentre la produzione di olio di palma dovrà salire dalle attuali 300.000 tonnellate, al milione di tonnellate.


Rispondendo al Rainforest Action Network, la Cargill aveva diffuso un comunicato sostenendo come l'impresa  "non importa negli Stati Uniti olio di palma indonesiano", affermazione ardua, dato che la stessa Cargill, stima che quasi il 90 per cento dell'olio di palma sul mercato globale proviene dall'Indonesia e dalla Malesia - e la Cargill controlla circa un quarto dell'olio di palma nel mondo.

La rapida espansione delle piantagioni di palma da olio ha già portato dalla distruzione di milioni di ettari di foreste pluviali e ne minaccia altri milioni. Di fatto, l'olio di palma è divenuto la principale causa di deforestazione e distruzione delle foreste e degli habitat di specie minacciate come la tigre di Sumatra e l'orango.

Un altro articolo,  pubblicato sul Jakarta Post, riporta la dichiarazione del direttore della Cargill Tropical Palm Holdings Pte Ltd, che assicura da parte della propria impresa un "impegno alla crescita in Indonesia e a sfruttare il paese come base per servire al meglio i nostri clienti in Asia e nel mondo grazie alle esportazioni, alla base dei nostri investimenti in Indonesia. C'è un grande potenziale per l'espansione di questa industria, soprattutto in considerazione il riconoscimento del governo indonesiano e del supporto all'importanza della sostenibilità del commercio e della crescita economica ".

Se la Cargill continua a ripetere di essere impegnata nella sostenibilità, l'espansione del settore dell'olio di palma nega tale impegno.

La Cargill ha inoltre ammesso di avere relazioni commerciali con  affari con l'impresa company PT Best, che ha illegalmente cancellato migliaia di ettari di habitat degli oranghi del Borneo. Secondo le interviste, la stessa impresa avrebbe assunto cacciatori per scovare e uccidere gli oranghi.

Se la Cargill vuole davvero dimostrare che non contribuisce alla devastazione in corso in Indonesia, deve iniziare da subito ad adottare esplicite misure di salvaguardie ambientale e sociale e iniziare a praticare la trasparenza, senza rimandare tutto a date future come il 2020, quando oramai, la distruzione in corso si sarà definitivamente consumata.

Joomla templates by a4joomla