Le piantagioni di palma da olio sono in rapida espanzione nell’America del Sud. Colombia, Ecuador, Venezuela e adesso il Perù. Le imprese incassano alti profitti a spese della foresta amazzonica e dei contadini, cacciati dalle loro terre.
Nell’anno 2000 il Ministero dell’Agricoltura ha varato il "Piano Nazionale di Promozione della Palma da Olio 2000-2010", allo scopo di promuovere "zone produttive" nei dipartimenti di San Martin e Loreto, e con l'obiettivo di espandere le piantagioni fino a 50.000 ettari nella regione amazzonica.

30.000 ettari di foresta tropicale, tra le valli dei fiumi Caynarachi e Shanusi, nel distretto di Yurimaguas, regione di Loreto, saranno destinati alla coltivazione e industrializzazione della palma da olio da parte del gruppo Romero, un potente gruppo di cui fanno parte le imprese, Industrias del Espino S.A. (INDESA) e Palmas del Espino y Subsidiarias (PALMESA). La deforestazione dei primi 2.000 ettari nella zona di Shanusi è partita prima ancora delle conclusioni dello studio di impatto ambientale. Le autorità statali ( il Consiglio Nazionale dell’Ambiente- Perù CONAM e l’Istituto Nazionale delle Risorse Naturali INRENA), non hanno posto obiezioni a questo progetto, che non solamente degrada l’habitat di migliaia di specie selvatiche, ma che anche violale terre ancestrali di numerose comunità di contadini.

Oltre 40 famiglie che occupano i territori da più di sei anni, avevano avuto la promessa di u riconoscimento dei propri diritti di proprietà, ma il progetto del gruppo Romero ha portato all'annullamento di tutte le pratiche. L’associazione dei Produttori Agricoli "Centro San Isidro" dell’Alto Shanusi ha affermato che i suoi soci iniziarono a regolarizzarsi nel 2005, ma che il PETT (Progetto Speciale di Titolazione dei Terreni) sta già realizzando le misurazioni dei terreni per conto dell’impresa e questa decisione sta causando una gran sorpresa e malessere tra i contadini.

Progetti similari in Colombia e in Ecuador che non soltanto hanno causato la distruzione dell’ambiente, soprattutto per l’uso di prodotti chimici e l’impatto che questi hanno avuto sull’acqua, il suolo, la flora e la fauna,ma che hanno anche causato la cacciata di migliaia di contadini. Anche gli aspetti sociali non sono buoni, perchè creeranno problemi alle attività come quelle del legno, della caccia e della pesca.

Da parte sua, la Direzione dell’Associazione dei Produttori Agricoli "Centro San Isidro" (APACSI) del basso Shanusi- Yurimaguas, di fronte alla invasione delle piantagioni di palma, ha emesso un comunicato che denuncia le autorità per aver guardato in silenzio il fatto che il PETT ha ratificato i titoli di proprietà delle terre all’impresa e non ai contadini che hanno lavorato da più di sei anni, avendo cura della foresta vergine della zona di San Isidro nel basso Shanusi.

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