Lo lancia Greenpeace con un rapporto che dimostra come questo prodotto oramai divenuto il principale motore della deforestazione in Indonesia, portando alla perdita di circa un quarto delle foreste del paese, ad un ritmo di circa 620.000 di ettari annui. Secondo quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian, il più grande produttore e consumatore mondiale di olio di palma avrebbe in programma di aumentare la sua produzione per soddisfare la crescente domanda globale. L’Indonesia, infatti, afferma di puntare a produrre 40 milioni di tonnellate l''anno di olio entro il 2020, ma sostiene di poter raggiungere questo obbiettivo senza sacrificare la sostenibilità ambientale.
Secondo il rapporto "Certifyng destruction", anche lo schema di certificazioni RSPO (Roundtable on sustainable palm oil) si limiterebbe ad apporre il marchio di sostenibilità su pratiche distruttive. Secondo il rapporto infatti, la gran parte della deforestazione in Indonesia avverrebbe proprio nelle concessioni certificate.
Il RSPO certifica circa il 40 per cento della produzione di olio di palma: il 39% degli incendi forestali che hanno devastato le foreste della provincia di Riau nei mesi scorsi, è scoppiato in concessioni certificate come “sostenibili” dalla RSPO.
"Anno dopo anno gli incendi forestali creano il caos, rendendo irrespirabile l’aria dall’Indonesia a Singapore e producendo migliaia di sfollati dalle aree forestali in fiamme- ha dichiarato Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia- I membri della RSPO dicono di avere delle precise politiche che vietano l’uso del fuoco per preparare il terreno alle nuove piantagioni ma non si rendono conto che le torbiere, una volta distrutta la foresta e drenata l’acqua diventano delle polveriere. Basta una scintilla per scatenare l’inferno".
Greenpeace ha contattato oltre 250 imprese internazionali che utilizzano olio di palma per i propri prodotti, chiedendo loro come a garantiscono di non utilizzare olio legato alla distruzione delle foreste torbiere indonesiane, ma la maggior parte delle imprese si accontenta della certificazione RSPO. Benché questo standard resti l''unico interlocutore nel settore, Greenpeace chiede alle imprese di adottare misure aggiuntive: "L’unica soluzione per le aziende che acquistano olio di palma indonesiano è andare oltre la certificazione RSPO. Alcune lo stanno già facendo. Questa è la sfida che Greenpeace lancia oggi all’industria dell’olio di palma" ha aggiunto Chiara Campione.