I Penan tornano a bloccare le strade aperte dalle compagnie nel cuore delle foreste pluviali. Armati di frecce e cerbottane hanno eretto i blocchi lungo La polizia malese presidia i blocchi ma non si ha notizia di scontri.
I Penan vivono in Sarawak, la parte malese dell’isola del Borneo. Da vent'anni si battono per fermare il disboscamento delle loro terre ancestrali. Alcune comunità hanno avuto la meglio ma altre hanno dovuto assistere alla devastazione delle loro foreste, all’inquinamento dei loro fiumi e alla scomparsa delle piante e degli animali da cui dipende la loro sussistenza.
"Questa foresta è l’unico luogo che ci è rimasto per cacciare e cercare cibo - spiega uno di loro - Ma è un pezzettino piccolo. La notte scorsa sono uscito a caccia ma sono tornato a mani vuote. Se non riusciremo a salvare questo pezzettino di foresta, non avremo più niente da mangiare." La famigerata compagna malese Samling sta disboscando nella zona di Long Daloh mentre nell’area di Ba Marong sta operando una sussidiaria della società KTS.
Il disoscamento in corso è coperto dalla decisione del governo malese di non accettare il risultato della recente sentenza della Corte Federale, che riconosce agli indigeni Penan il diritto alle terre ancestrali. Lo fa sapere l'avvocato Baru Bian, impegnato nella causa legale in sostegno dei Penan, che tentano di proteggere le proprie foreste dalle compagnie minerarie o del legno.
Il governo aveva assicurato di non avere intenzione di appropriarsi delle terre degli indigeni, ma il trucco sta proprio nel definire quali siano queste terre: se i piccolissimi appezzamenti coltivati ai margini dei villaggi o le foreste usate da secoli come terreno di caccia e di raccolta, per non parlare delle aree sacre, considerate tabù e quindi non utilizzate per finalità produttive.
La Corte Federale aveva sancito i diritti indigeni anche in mancanza di attività agricole. Difatti i Penan sono prevalentemente raccoglitori, e l'agricoltura svolge un ruolo marginale nella loro sussistenza, basata invece sull'integrità della foresta. Basta quindi che il governo consideri un'area di foresta come "non produttiva" perchè questa possa essere ceduta allo sfruttamento di una compagnia del legno, lasciando i Penan letteralmente senza casa. I Penan speravano che la sentenza della Corte Federale avesse posto fine al decennale conflitto, ma il risultato è ancora tutto da decidere.
In sostegno dei Penan, Survival invita a inviare una lettera al govererno malese:
Egregio Primo Ministro / Egregio Ministro, sono estremamente preoccupato per la situazione della tribù dei Penan. Poiché i loro diritti territoriali non sono riconosciuti, sono minacciati dal disboscamento, dalle piantagioni di palma da olio e dalle dighe idroelettriche. |
YAB Datuk Seri Najib Tun Razak
Prime Minister of Malaysia
Prime Minister’s Office
Main Block, Perdana Putra Building
Federal Government Administrative Centre
62502 Putrajaja
Malesia
Fax: 0060 - 03 8888 3444
Iniziare la lettera con: 'Egregio Primo Ministro'
YAB Pehin Sri Haji Abdul Taib Mahmud
Chief Minister of Sarawak
Office of the Chief Minister of Sarawak
22nd floor, Wisma Bapa
Malaysia Petra Jaya
Kuching 93502
Sarawak, Malesia
Fax: 0060 - 082 444 566
Iniziare la lettera con: 'Egregio Ministro'