I Paesi industrializzati devono pagare, da subito, miliardi di dollari ogni anno alle nazioni tropicali se vogliono salvare le foreste pluviali dalla distruzione. In un secondo momento - entro il 2030 - anche i Paesi in via di sviluppo dovranno mettere mano al portafoglio e partecipare ai programmi salva-foreste. 
E' la conclusione del rapporto 'Climate Change: Financing Global Forests' commissionato dal governo britannico e pubblicato stamane. ''La deforestazione continuerà sino a che tagliare gli alberi costerà meno che preservarli'', ha spiegato Johan Eliasch, autore dello studio e consulente del primo ministro Gordon Brown. Il denaro necessario a finanziare questi interventi - dice lo studio - dovrà essere reperito attraverso i programmi di compensazione di anidride carbonica (Carbon Offset) oggi esistenti e forme di donazione privata. 
Le stime del rapporto assicurano che il mercato delle compensazioni potrebbe assicurare risorse sufficienti a ridurre la deforestazione del 75% entro il 2030. Il resto - 11-19 miliardi di dollari da qui al 2020 - va reperito grazie alla buona volontà dei privati: sotto scacco, però, della crisi finanziaria mondiale. Ed è per questo che, secondo Eliasch, è urgente firmare, in sede ONU, entro la fine del prossimo anno un protocollo d'intesa per includere le foreste nelle azioni contro il cambiamento climatico. Le foreste pluviali sono sempre più minacciate a causa dell'espansione delle coltivazioni di oli vegetali che servono a produrre i biocarburanti e dell'aumento degli allevamenti animali che puntano a soddisfare la crescente richiesta di carne. 
Da parte del mondo ambientalista emergono però molti dubbi sul mercato delle compensazioni. Questo infatti rischia di avere scarsa efficacia sulla riduzione delle emissioni (e in alcuni casi addirittura un bilancio negativo di lungo periodo)Al tempo stesso rappresenta una minaccia direttamente popoli indigeni e comunità locali, che rischiano di vedersi sottrarre i terreni incolti marginali, che improvvisamente acquisteranno valore proprio grazie al mercato delle compensazioni.
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