Poznan, 9 dicembre 2008 - Non mettete le foreste e il clima nelle mani della Banca Mondiale! 142 associazioni della società civile hanno presentato oggi una dichiarazione congiunta che richiede al vertice Onu sul clima di non consegnare nelle mani della Banca Mondiale il controllo sui fondi volti ad aiutare i Paesi in Via di Sviluppo e adottare misure in difesa del clima globale, dall'efficienza energetica alla protezione delle foreste.
La Banca Mondiale presenta sé stessa come il miglior candidato per la gestione dei fondi, ma secondo le associazioni questo istituto è stato per decenni uno dei promotori delle tecnologie più legate all'effetto serra, e continua ad esserlo: secondo i suoi stessi dati, dal 2007 la Banca ha aumentato del 97% i suoi prestiti per carbone, petrolio e gas, raggiungendo un totale di circa 3 miliardi di dollari. I finanziamenti per il carbone, la fonte energetica in assoluto più inquinante, sono cresciuti del 256%. Nello stesso anno solo il 10% del portafoglio energetico della Banca mondiale è stato destinato alle fonti rinnovabili come il solare o il geotermico.
Per sostenere la propria candidatura, la Banca Mondiale ha lanciato i Climate Investment Funds, due fondi fiduciari che hanno trovato scarso sostegno (solo di dieci governi) disegnati secondo uno schema poco democratico e inclusivo e che non mette sullo stesso piano Paesi donatori e Paesi riceventi, come invece fa la normativa in ambito ONU.
"Le politiche Banca Mondiale hanno messo in ginocchio i popoli indigeni delle foreste - ha osservato Tom Goldtooth, dell'Indigenous Environmental Network - i fondi per la riduzione delle emissioni, soprattutto quelli che gestiranno la protezione delle foreste, come la Forest Carbon Partnership Facility, non possono essere monopolizzati proprio dalla Banca Mondiale"
Anche 133 governi del Sud del mondo hanno richiesto che i fondi per le tecnologie pulite e per l'adattamento ai cambiamenti climatici siano gestiti dalla Conferenza Onu che si occupa dei cambiamenti climatici, la United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) e non dalla Banca mondiale.
"La Banca Mondiale non è un'istituzione credibile per combattere il cambiamento globale del clima - ha di chiarato Karen Orenstein, di Friends of the Earth - I Paesi in Via di Sviluppo hanno bisogno di fondi urgenti per fronteggiare alluvioni, siccità e uragani, e tutti gli altri effetti del cambiamento climatico causati d quell'economia del carbonio sponsorizzata proprio dalla Banca Mondiale. I fondi devono essere gestiti dalla Convenzione dell'Onu, con procedure decisionali eque."
Leggi la dichiarazione congiunta (in inglese)