Poznan, 12 dicembre 2008 - Si conclude con risultati modesti, seguiti a due settimane di negoziati, il vertice dell'Onu sul clima. L'impegno dei paesi emergenti, si è infranto sul muro dei paesi industrializzati, che non hanno messo in campo le risorse necessarie. Parte col piede sbagliato il grande progetto su clima e foreste: tante scappatoie e nessun impegno a rispettare i diritti dei popoli indigeni.
Le risorse messe a disposizione dai paesi industrializzati per la mitigazione, sono derisorie (gli attuali 50 milioni di dollari circa diventeranno 300/400 entro il 2012) se paragonate alle necessità annuali, valutate in decine, se non centinaia di miliardi di dollari.
Bravi a parole, codardi nei fatti: ha commentato il Wwf: "L'approccio passivo e avaro tenuto dai Paesi ricchi rischia di rovinare i negoziati per il nuovo accordo globale sul clima", afferma in una nota il Wwf. Anche l'impegno verso la riduzione delle emissioni del 40 per cento è per ora sfumato
Pessime notizie per quanto riguarda le foreste, la vera novità del vertice. Il meccanismo REDD, che prevede il conteggio della protezione delle foreste nel calcolo delle emissioni di carbonio, include però le piantagioni, la cui espansione è una delle cause della deforestazione. "Non distinguendo tra foreste e piantagioni, il vertice di Poznan rischia di portare nuove sovvenzioni a una delle peggiori minacce per le foreste: le piantagioni su larga scala. - ha detto Miguel Lovera, della Global Forest Coalition - In Brasile il governo già si appresta a 'compensare' queste piantagioni, malgrado l'indiscusso impatto devastante su clima, biodiversità e comunità locali".
Ma c'è di peggio: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Canada sono riusciti a bloccare la proposta di riconoscere di diritti dei popoli indigeni. “Una grave decisione, che rischia di portare a massicce violazioni dei diritti umani e alla deportazione delle comunità che vivono in zone interessate a progetti di sfruttamento - ha commentato Stephanie Long, di Friends of the Earth - Le comunità indigene sono i migliori guardiani dell'integrità delle foreste, e tra quelli che più pagheranno il prezzo del cambiamento climatico"
Sono circa 1,6 miliardi, le persone nel mondo che per sopravvivere fanno affidamento sulle risorse fornite loro dalle foreste: cibo, casa, indumenti, fibre, medicine.