La Fondazione Eni Enrico Mattei ed Environmental Defense Fund organizzano a Milano martedì 18 novembre un convegno sul ruolo delle foreste nel combattere il riscaldamento globale del clima. Il convegno, dal titolo ‘Reducing Emissions from Deforestation and forest Degradation’ si terrà presso la sede della Fondazione Mattei in corso Magenta 63 (a partire dalle ore 8.45) Feem e Environmental Defense Fund presenteranno uno nuovo studio sul tema, cui seguirà un dibattito tra esperti in materia di economia e sviluppo, foreste e cambiamenti climatici. Tra questi interverranno Eric Bettelheim, Presidente e fondatore di Sustainable Forestry Management, Kevin Conrad, Direttore di Coalition for Rainforest Nations, Riccardo Valentini, Responsabile della Divisione Impatti sull’Agricoltura, Foreste ed Ecosistemi Naturali Terrestri (Iafent) del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, Stefano Pagiola, economista del Dipartimento Ambiente della Banca Mondiale, e Antonio Lucimisi, negoziatore degli accordi internazionali sul clima del Ministero italiano dell’Ambiente. La deforestazione è uno dei principali fattori da cui derivano le emissioni dei gas-serra in atmosfera. La deforestazione, che procede oggi a ritmi allarmanti, in ragione di diverse considerazioni non è stata considerata dal Protocollo di Kyoto; ora, però, la si vorrebbe inserire con un ruolo centrale negli accordi internazionali post-Kyoto. Intanto, dai Paesi in Via di Sviluppo vengono però segnali di cautela, soprattutto verso un'eventuale inclusione delle foreste nel processo dei crediti di carbonio, ossia i permessi di emettere gas serra nei paesi sviluppati a fronte dell'acquisto di aree protette nei Paesi in Via di Sviluppo. Secondo le associazioni che rappresentano i popoli indigeni, questo pro cesso rischia di creare nuove minacce per le per le comunità locali: il crescere del valore dei terreni forestali marginali rischia di attirare nuove ondate di investitori e avventurieri, e minacciare i diritti indigeni sulle proprie terre. Tra i progetti di "riduzione delle emissioni" non vi sono solo iniziative di conservazione, ma anche piantagioni estensive di specie aliene a scopi produttivi (legno e carta), che spesso , dopo aver espulso le popolazioni locali, provocano molti danni al suolo, alla stabilità del clima. 60 milioni di persone vivono nelle foreste e vi traggono in modo sostenibili l'indispensabile per vivere: cibo, abiti, medicine.

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