Lo denuncia Eyes on the Forests: su 4.782 incendi segnalati nella privincia di Riau (nell'isola di Sumatra) nei primi sei mesi del 2009, un quarto sono scoppiati nelle concessioni del colosso industriale APP / Sinar Mas, uno dei principali produttori di carta e di biocarburanti.
Le fiamme sono appiccate ogni anno per rimuovere la foresta e estendere le piantagioni di acacia e palma da olio, la prima per la produzione di carta e la seconda per l'olio impiegato nel biodiesel.
Il gruppo Asia Pulp & Paper (APP) è il principale produttore di carta. La APP è controllata dal conglomerato Sinar Mas, che, oltre alle piantagioni di acacia, controlla anche numerose piantagioni di palma da olio.
Gran parte delle foreste date alle fiamme si trovano su suolo di torba, la cui combustione libera in atmosfera immense quantità di carbonio. Tra le foreste date alle fiamme una Riserva della Biosfera dell'Unesco.
L'uso del fuoco per rimuovere la biomassa forestale, benché proibito, è massicciamente praticato in quanto la forma più economica per fertilizzare il terreno e invertire l'acidità della torba. Una volta appiccati, gli incendi sono praticamente incontrollabili, dato che le fiamme si espandono sotto il livello del suolo, grazie all'estrema infiammabilità della torba.
"La APP, il gruppo Sinar Mas e le loro consociate debbono assumersi la responsabilità legale di quel che avviene nelle proprie concessioni - ha dichiarato Susanto Kurniawan, della locale associazione ambientalista Jikalahari - La APP e il gruppo Sinar Mas devono fermare immediatamente la distruzione delle foreste torbiere, e bloccare la costruzione di strade e canali di drenaggio della torba, che rendono possibili gli incendi".
Tra il 1996 e il 2007 la APP ha distrutto 177.000 ettari di foresta, il 65 per cento di tutta la deforestazione della zona. "Non rispettano neppure le aree protette - ha aggiunto Usman dell'associazione Walhi Riau - e violano sistematicamente il decreto presidenziale numero 32 del1990, che proibisce la deforestazione dove la torba è più profonda di tre metri. Il governo deve riaprire le investigazioni frettolosamente archiviate sulle attività illegali di questo gruppo".
Dei 700.000 ettari della Riserva della Biosfera UNESCO è rimasto appena un terzo. I restanti due terzi sono già stati convertiti a piantagioni di acacia.