Uno studio dell'ente governativo indonesiano sul clima (Consiglio Nazionale sul Cambiamento Climatico) ha proposto di ridurre del 40 per cento le emissioni dell'Indonesia proteggendo foreste e torbiere. Lo fa sapere Radio Australia. L'Indonesia figura in terza posizione, subito dopo Stati Uniti e Cina, nella classifica mondiale delle emissioni di gas serra. La maggior parte di queste emissioni (80per cento) proviene dalla deforestazione e dal drenaggio delle torbiere. Infatti, sia abbattendo gli alberi che asciugando la torba, il carbonio ritorna in atmosfera. L'Indonesia infatti detiene un altro record: quello della deforestazione (1,7 milioni di ettari di foreste in fumo ogni anno, secondo la FAO).
Lo studio prevede un costo di 32 miliardi di dollari, da finanziare attraverso il meccanismo internazionale per ridurre le emissioni tagliando la deforestazione (Reducing Emission from Deforestation and Degradation, o REDD) C'è un problema però: il REDD non sarà operativo prima del 2020, e per quella data il governo indonesiano ha già pianificato il raddoppio della produzione dell'olio di palma, destinando altri 10 milioni di ettari alle piantagioni, altri milioni di ettari saranno destinati alle piantagioni di acacia per la produzione di carta. Se soltanto questi progetti saranno portati a termine, per il 2020 resterà ben poco da salvare.
Le dichiarazioni governative che da anni il governo indonesiano rende pubbliche sembrano un cinico scherzo, una beffa ai danni delle foreste e del clima globale. Ma è uno scherzo col fuoco: da ormai due settimane gli incendi stanno consumando incontrastati le foreste del Kalimantan, nell'isola del Borneo, minacciando gli ultimi santuari degli oranghi. Le fiamme vengono solitamene appiccate dopo aver abbattuto gli alberi e drenato la torba, allo scopo di rendere il suolo idoneo alle piantagioni. Ma la torba, una volta asciugata, è un ottimo combustibile, ed è praticamente impossibile controllare i focolai.