"Lo sviluppo economico e la perdita delle foreste non devono andare di pari passo". Ad affermarlo l'Unione mondiale per la conservazione della natura (IUCN) in apertura del Congresso Mondiale delle foreste organizzato a Buenos Aires in Argentina. In un mondo che combatte sempre più con i cambiamenti climatici, ''sta crescendo la consapevolezza che le foreste sono una delle poche tecnologie a basso costo e immediatamente disponibili per mitigare l'impatto del clima. Per questo vanno gestite al meglio", ha dichiarato William Jackson, direttore generale IUCN.
Le zone verdi del Pianeta giocano infatti un ruolo fondamentale nel ciclo del carbonio, catturando la Co2. La deforestazione, soprattutto nelle zone tropicali, ha conseguenze negative da un punto di vista economico e sociale, oltre che ambientale. L'IUCN ha ricordato infatti che "bisogna garantire i diritti di quei quattro miliardi di persone delle aree rurali più povere che vivono con meno di due dollari al giorno e la cui sussistenza dipende completamente da questi polmoni verdi".
"I problemi legati al cambiamento climatico hanno catapultato le foreste nell'agenda internazionale, dopo anni di silenzio da parte delle Nazioni Unite - ha dichiarato Jackson - dobbiamo approfittare di questo momento per promuoverne la gestione sostenibile". L'allarme sui rischi della deforestazione nel mondo segue quello lanciato la scorsa settimana al meeting sulla biodiversità di Cape Town in Africa, che ha presentato i dati aggiornati di uno studio della Commissione europea chiamato The Economics Ecosystems and Biodiversity (Teeb). Secondo la ricerca, le foreste sono in grado di immagazzinare 4,8 gigatonnellate (Gt) di Co2 in un anno. Il dato è importante se si considera che il tasso di emissione di Co2, quest'anno, è cresciuto di 15 Gt.