Il barone del legno olandese Guus van Kouwenhoven, è stato condannato a otto anni di reclusione per infrazione al bando dell'Onu sul traffico di armi in Liberia. Kouwenhoven guidava le due principali compagnie del legno in Liberia durante il regime di Charles Taylor e vendeva i "tronchi di guerra" in Europa e Cina. I proventi di questo commercio hanno alimentato una guerra costata  oltre 250.000 vittime alla popolazione liberiana.

 

Diversi imprenditori  in Europa e in Italia hanno importato dalle imprese di Kouwenhoven, tra cui il produttore italiano Teconoalp, il commerciante svizzero Danzer, la danese DLH Nordisk, l'importatore olandese Wijma, il produttore greco Shelman. Poco tempo fa un tribunale italiano ha assolto Greenpeace, citata dalla Tecnoalp per diffamazione, proprio in seguito a tali denunce. Le importazioni di legname liberiano sono continuate indisturbate fino al 7 maggio 2003, quando il bando imposto dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul legname liberiano ha fermato i traffici di Kouwenhoven. Malgrado ciò Greenepace ha scoperto e denunciato sbarchi di legname liberiano nel porto di Salerno anche dopo quella data e ha messo in luce come il Gruppo Danzer abbia continuato a finanziare le attività di Kouwenhoven in Congo-Brazzaville.

"Gli importatori italiani ed europei che hanno continuato ad acquistare il legname liberiano condividono con Kouwenhoven la responsabilità di questa guerra" ha commentato Sergio Baffoni di Greenpeace. "Se questa gente ha un briciolo di coscienza, la morte di centinai di migliaia di persone e la distruzione di quelle meravigliose foreste deve rappresentare un monito affinché tutto ciò non si ripeta. Purtroppo non è così: l'Italia continua ad essere il primo importatore di legname dalla Costa d'Avorio, così come continua ad importare legname pregiato dalla Birmania e dalla Repubblica Democratica del Congo, tutti paesi in cui il settore del legno è legato alla guerra in corso".

Il 'caso Kouwenhoven' dimostra come il commercio internazionale del legno non sia in grado di autoregolamentarsi ed evidenzia l'urgenza di una legge che regoli il mercato e vieti le importazioni di legname di origine illegale o distruttiva. Greenpeace chiede al nuovo governo di fermare immediatamente questo commercio.

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