Tegucigalpa, 3 febbraio 2009 - La corsa all'oro verde non ha tregua. Bandito in Brasile, il taglio del mogano si intensifica negli altri paesi dell'America Latina. Il caso, denunciato da Global Witness, riguarda la principale area protetta dell'Honduras, il Parco del Rio Plátano, riserva della biosfera dell'Unesco, nel nord-est del paese. Il mogano è sempre più raro e più prezioso. Per catturarne un singolo tronco vengono aperte strade di chilometri nel cuore di foreste in contaminate, ma il suo lucroso mercato compensa i costi e attira faccendieri e gang criminali.
In occasione del suo insediamento nel 2006, il Presidente della Repubblica Manuel Zelaya Rosales aveva promesso si estirpare la piaga del taglio illegale. Ma già alcuni mesi più tardi, le stesse autorità forestali incoraggiavano il taglio illegale nel Río Plátano: 8.000 metri cubi di legname, per oltre un milioni di dollari dello Stato finiti nelle mani della mafia del legno. Il legname viene portato via falsificando documenti e marchi apposti sul legname, infiltrando le cooperative locali, o costringendole le ad assicurare copertura alle operazioni.
 
Il caso è documentato nel rapporto di Global Witness IIllegal Logging in the Rio Platano Biosphere. A farce in three acts (Taglio illegale nella biosfera del Rio Platano: un farsa in tre atti), che descrive nel dettaglio le massicce operazioni di taglio illegale, organizzato dalle stesse autorità, ai danni delle comunità locali e del prezioso bioma forestale. Global Witness ha organizzato il monitoraggio del sistema forestale in Honduras tra il 2005 e il 2006, e ha poi continuato a investigare sul taglio illegale nel paese. 
 
 
 
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