Con qualche anno di ritardo e dopo numerose sollecitazione da parte delle associazioni ambientaliste, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che il Consiglio dei Ministri ha approvato la scorsa settimana lo schema di decreto legislativo del Ministero per l'attuazione della disciplina europea che vieta l'importazione di legno tagliato illegalmente.


Il decreto attua così il Regolamento del Consiglio Ue n. 2173/2005, che istituisce un sistema di licenze per le importazioni di legname nella Comunità europea, e il Regolamento del Parlamento e del Consiglio Ue n.995/2010 (EUTR), che stabilisce gli obblighi degli operatori che commercializzano legno e prodotti derivati. I due regolamenti comunitari sono volti a combattere l'importazione illegale di legno e prodotti derivati da quei Paesi terzi con i quali l'Unione europea firma accordi bilaterali di tipo volontario (VPA - Voluntary Partnership Agreements). Questi accordi prevedono l'adozione di licenze, verificabili e non falsificabili, e a stabilisce che la responsabilità della legalità del legname ricada sull'importatore, ossia sul commerciante che commercializza per la prima volta legno o prodotti derivati sul mercato interno.

E' il sistema della cosiddetta "dovuta diligenza" ossia l'importatore deve dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare di rifornirsi da fonti illegali.

Resta da vedere quali saranno le sanzioni, demandate dal regolamento europeo ai singoli paese, e se queste sono sufficienti da fornire una deterrenza ai "furbetti" che acquistano legname a basso prezzo senza farsi troppe domande sulla sua origine. L'Italia è mosto esposta al rischio di importazione di legname illegale, dato che è uno tra i principali imperatori di legname dall'Africa, da paesi in cui il fenomeno dell'illegalità e della corruzione è tutt'ora molto diffuso.

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