l'Aia, 25 novembre 20008 - L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) chiede a tutti i governi che parteciperanno alla conferenza sul clima dell´ONU a Poznan di impegnarsi a ridurre le emissioni di CO2 a breve termine, e non solo a lungo termine, come suggeriscono alcuni governi, come quello italiano. Infatti un impegno esclusivamente a lungo termine non avrebbe che un effetto dilatorio, mentre la crisi climatica richiede impegni urgenti.

"Nonostante l'attuale crisi economica, è fondamentale che i governi compiano a Poznan passi concreti verso un accordo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni. Vogliamo vedere impegni da parte dei paesi sviluppati a ridurre le emissioni ai livelli del 1990, dal 25 al 40% entro il 2020" ha di chiarato Ninni Ikkala, responsabile per clima dell'IUCN.
 
L'IUCN è preoccupata per i sempre più evidenti impatti del cambiamento climatico sulla biodiversità e sulle persone e sollecita con forza la definizione di un accordo internazionale equo entro il 2009, come passo decisivo per il post-Protocollo di Kyoto nel 2012.
 
Secondo l'IUCN, il modo migliore per rispondere ai cambiamenti climatici è quello di usare e proteggere ciò che la natura offre già gratuitamente, come le foreste, barriere coralline e le mangrovie. "Il meccanismo REDD (Reduced emissions from deforestation and degradation) può dare un contributo importante nei Paesi in via di sviluppo - ha aggiunto Stewart Maginnis, del  programma Foreste IUCN - ma è essenziale rispettare dei diritti di proprietà della terra, rafforzare il buon governo, coinvolgere le comunità locali e il rispettare i diritti dei indigene". In un quadro incerto di proprietà della terra, molti popoli indigeni temono di essere scacciati dalle proprie terre, se il meccanismo REDD dovesse aumentarne il valore nominale.
 
Insomma, il mondo del post-Kyoto si forgerà nella temperie durissima di questa devastante bufera scatenata dall'ultraliberismo, ma come via di uscita obbligatoria sembrerebbe avere il rispetto della fragilità e debolezze di questo pianeta che abbiamo scoperto (forse un po' tardi) essere i suoi veri punti di forza. 
 
Secondo l'Iucn, che di complessità se ne intende, ridurre e semplificare tutto quel che vive e fa vivere il nostro pianeta non porterà ad un ricco futuro ma a più povertà e ingiustizie, sia per gli uomini che per la natura di cui gli esseri umani fanno parte. 
 
 
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