Le strategie per combattere il clima sono destinate a creare disincentivi ma anche nuovi incentivi alla distruzione delle foreste tropicali. E' quanto emerge da un nuovo studio dell'Università di Göteborg.
Mentre lo schema sviluppato dall'Onu (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation - REDD) offrirà incentivi alla protezione delle foreste, le politiche basate sul commercio dei crediti di carbonio e sugli incentivi a biocarburanti e biomasse renderanno vantaggiosa l'espansione delle piantagioni, alzando il valore dei suoli e rendendo più difficile (e più onerosa) la protezione delle foreste tropicali.
E' quanto emerge dallo studio pubblicato da U. Martin Persson e Christian Azar, dell'università di Göteborg. Lo studio analizza la competizione per il controllo dei terreni, tra le piantagioni con finalità bioenergetiche e la protezione delle foreste: nei paesi tropicali la deforestazione causata dall'espansione di piantagioni a scopo energetico (come la palma da olio) sarà più vantaggiosa degli incentivi offerti per la protezione delle foreste. Anche una eventuale inclusione delle emissioni di carbonio derivanti dalla deforestazione tropicale pur essendo un passo nella giusta direzione, potrebbe non bastare a proteggere le foreste, e si rendono necessarie misure che includano altri parametri, oltre al contenuto di carbonio. Per esempio riconoscendo e quantificando gli innumerevoli servizi svolti dalle foreste.
Biocarburanti
L'Università di Göteborg: il mercato del carbonio non salverà le foreste
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