Kuala Cenaku/Jakarta, Indonesia, 30 ottobre 2007. Attivisti e volontari di Greenpeace, assieme agli abitanti dei villaggi della zona, hanno fermato la distruzione di delle foreste torbiere nella concessione di palma da olio detenuta dall'impresa PT Duta Palma, nella provincia di Riau, nell'isola di Sumatra.

Cinque dighe hanno bloccato i canali larghi oltre tre metri, che drenavano la zona con l'obiettivo di trasformare la palude in una piantagione di olio di palma destinata al commercio internazionale. Una volta seccata, la torba avrebbe iniziato a rilasciare migliaia di tonnellate di CO2
Oltre 30 tra attivisti e volontari, cui si sono uniti gli abitanti dei villaggi di Kuala Cenaku e Kuala Mulia, hanno lavorato due settimane alla costruzione delle dighe, anche per impedire che l'impresa incendiasse l'area per renderla più idonea alla coltivazione della palma da olio.

I cartelli dell'olio di palma violano la legge, e prosciugano quel che resta delle foreste umide e delle torbiere dell'Indonesia" ha commentato Hapsoro, di Greenpeace. "Le aree come questa, dove lo strato di torba è più profondo di tre metri, sono protette dalla legge indonesiana. Eppure vengono prosciugate e distrutte ad un ritmo crescente, creando una seria minaccia per il clima globale".

Il Campo per la Difesa delle Foreste, organizzato da Greenpeace in preparazione del vertice sul clima di Bali, punta il dito sulla distruzione delle foreste e sugli effetti sul cambiamento climatico.
Greenpeace denuncia: l'Indonesia è diventato il terzo paese al mondo per emissioni di CO2, proprio a causa della deforestazione e del drenaggio delle torbiere. E chiede al governo indonesiano di introdurre una moratoria sulla distruzione delle foreste e delle torbiere, assieme ad un piano efficace contro gli incendi.
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