Seul, 4 novembre 2008 - In Corea del Sud è cominciata la corsa ai bio-combustibili. Da aprile 2007 si sono moltiplicate le industrie locali che producono bio-diesel e bio-etanolo da grano, mais, colza, canna da zucchero e Jatropha, carburanti oggi utilizzati quotidianamente dai coreani. Il Governo ha annunciato che questo è solo l'inizio: è stato appena approvato un progetto che prevede la piantumazione di arbusti a crescita rapida in tutte le aree incolte del paese e in prossimità dei quattro fiumi principali, da utilizzare poi per la produzione di combustibili, sfruttando legname e biomasse agro-forestali.
Il ministro dell’Agricoltura sudcoreano ha spiegato in una conferenza stampa che gli arbusti che crescono lentamente verranno sostituiti con piante a crescita rapida su una superficie di almeno 400 chilometri quadrati, per alimentare la produzione di bio-combustibili entro il 2020. In questo modo la flora originaria sarà sostituita con piante da monocoltura, minacciando la biodiversità locale. Le piante a crescita rapida inoltre, pompano dal terreno acqua e nutrienti a velocità maggiore, cambiandone le dinamiche e perfino la composizione chimica, e in molti casi portano a una rapida erosione del suolo.
I contadini pagheranno cari i faraonici progetti del governo, che ha già annunciato l'intenzione di acquisire almeno mille chilometri quadrati di terreno in prossimità dei fiumi per creare il secondo complesso di sfruttamento di bio-combustibili forestali, sempre entro il 2020.
Altri 600 chilometri quadrati di terreno incolto (circa la metà di quello disponibile in tutto il Paese) verranno destinati alle piantagioni di canola (varietà di colza dal basso contenuto di acido erucico sviluppata in Canada) con cui si prevede di iniziare entro il 2012 una produzione regolare di bio-diesel.
Il ministro coreano stima un guadagno che rasenta i due miliardi di Euro. Ma gli studi non valutano i costi collaterali, che saranno pagati prevalentemente dalle comunità rurali del paese.