Erano dodici, nel frattempo sono diventate venti, ma continueremo a chiamarle "quella sporca dozzina". Sono le compagnie multinazionali che alimentano l'espansione della monocoltura della palma da olio nelle foreste pluviali. Tra loro nomi di spicco, come Nestlè, Kellogg's, Chanel, Kraft, Pepsi, Loreal e Procter and Gamble.
L'uso di olio di palma per saponi, cosmetici e prodotti alimentari incrementa la domanda internazionale di olio di palma, e sta portando a un incremento drammatico delle piantagioni nelle foreste pluviali, occupando terre indigene, violando i diritti delle comunità locali, minacciando il futuro di specie animali, liberando in atmosfera quantità immense di CO2.
Queste imprese non solo utilizzano grandi quantità di olio di palma, ma non si premurano di dare garanzie sulla sua provenienza. Il Rainforest Action Network organizza una Cyberazione per dirgli di smettere.
Bath and Body Works CEO Diane L. Neal
Cadbury CEO H. Todd Stitzer
Campbell Soup Company CEO Douglas R. Conant
Chanel CEO Maureen Chiquet
Dreyer's Grand Ice Cream CEO Timothy Kahn
Elizabeth Arden Inc. CEO Sir or Madam
Generall Mills CEO Kendall J. Powell
Hershey CEO David J. West
Kellogg's CEO A.D. David Mackay
Kraft CEO Irene B. Rosenfeld
Loreal CEO Laruent Attal
Nestle CEO Paul Bulcke
Odwalla CEO Sir or Madam
Pepperidge Farm CEO Patrick J Callaghan
Pepsico CEO Indra K. Nooyi
Procter and Gamble CEO Alan G. Lafley
The Dial Corporation CEO Bradley A. Casper
Unilever CEO Patrick Cescau
Unilver USA CEO Kevin Havelock
Whole Foods Market Inc. CEO John Mackey