Vi ricordate quando due guide (all’epoca) sedicenni del Michigan avevano avviato una campagna tra gli scaduto statunitensi per salvare le foreste dell’Indonesia? Infatti le “Girls Scout” raccolgono fondi cose vendono biscotti. Rhiannon Tomtishen e Madison Vorva, hanno scoperto che nei biscotti c’era l’olio di palma, e che quelle piantagioni stavano portanti dalla distruzione dell’habitat dell’organo, e così si sono rifiutate di vendere i biscotti e hanno iniziato a chiedere alla loro associazione di non vendere più i biscotti incriminati. Alla fine l’hanno spuntata. La Kellogg, che produce i biscotti per le Girl Scout, si è finalmente impegnata a usare olio di palma di origine sostenibile, con criteri che vanno ben oltre il discusso schema di certificazione del Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO).
Con un fatturato di 14,8 miliardi dollari (2013) e oltre 1.600 prodotti alimentari, la Kellogg è il leader mondiale del settore dei cereali secondo produttore di biscotti, cracker e snack salati. Per sua stessa ammissione, è anche uno dei principali acquirenti mondiali di olio di palma. “La Kellogg ha compiuto un passo nella giusta direzione- ha commentato il Rainforest Action Network - ma si tratta i una una dichiarazione di intenti. Ora aspettiamo una policy vincolante con e delle date di attuazione”. La Kellogg ha risposto con una richiesta ai propri fornitori di non abbattere le foreste, né drenare le foreste torbiere, o usare lavoro forzato e minorile entro il 31 dicembre 2015. Il che però significa che entro quella data, potranno farlo, e continuare a fornire olio di palma all’azienda produttrice degli scoutistici biscotti.