Il caso scatenante in Italia è la tragedia di Casteldaccia, in Sicilia, dove il fango ha distrutto una villetta abusiva uccidendo nove persone. Il ministro dell’interno, invece di accusare la cementificazione indiscriminata, la costruzione abusiva di ville e villette nel bel mezzo degli alvei, accusa chi ha cercato di fermare l’abusivismo."Troppi anni di incuria e mal inteso ambientalismo da salotto per cui non si tocca l'alberello e non si draga il torrentello e poi l'alberello e il torrentello ti presentano il conto”. La colpa sarebbe quindi degli alberi - e degli ambientalisti che li proteggono? Al contrario, gli alberi affondando le radici nel suolo e rallentano lo scorrimento dell’acqua in superficie: così i boschi aiutano a prevenire l’erosione del suolo, smottamenti, inondazioni e valanghe. Inoltre la vegetazione rende il suolo una sorta di spugna vivente, in grado di assorbe acqua e rilasciarla lentamente, nel tempo. Al contrario, negli alvei cementificati, l’acqua si raccoglie e scorre all’istante, sommandosi con quella raccoltasi più a valle, e concentrandosi nel giro di poche ore, scatenando le esondazioni improvvise. E una volta eliminati gli alberi, il suolo viene facilmente scavato dall’acqua, rendendo più comuni smottamenti e valanghe di fango.

 

Dall’altra parte dell’oceano, una simile fanfaronata da parte del presidente statunitense Trump, commentando gli incendi che devastano la California, che hanno già mietuto di 44 vittime. Le fiamme sono frutto dei cambiamenti climatici, che hanno causato un quinquennio di siccità nella regione, ma per Trump il cambiamento climatico non esiste, quindi dev’essere colpa della gestione forestale, incapace di tenere “puliti” i boschi. “Non c’è ragione per questi enormi, mortali e costosi incendi boschivi in California, eccetto la scarsa gestione delle foreste. - ha twittato Trump - Miliardi di dollari spesi ogni anno, con così tante perdite umane, tutto a causa della grave cattiva gestione delle foreste”. Se Salvini se la prende con gli ambientalisti, Trump lincia i guardaboschi.

 

Ma tra le tante ragioni della la furia distruttrice degli incendi, “la gestione delle foreste non c'entra”, come sostiene Philip Dennison, scienziato dell’University of Utah. Gli effetti devastanti di anni di siccità e cambiamenti climatici in numeri: la gestione delle foreste non c’entra. Quasi i due terzi dello stato sono incredibilmente aridi. I primi 9 mesi del 2018 sono stati tra i primi 4 più caldi della California e l’ultima estate è stata la 2ª più calda della sua storia. A causa di tutto questo, ci sono 129 milioni di alberi morti, che hanno reso più facile la propagazione degli incendi.

 

Gli incendi sono diventati più devastanti a causa delle oscillazioni meteorologiche, uno degli effetti del riscaldamento globale, sostengono gli esperti. Il numero medio di ettari statunitensi bruciati dagli incendi è raddoppiato rispetto al livello di 30 anni fa. Finora has ono andati in fiamme oltre 34.200 chilometri quadrati, un terzo in più rispetto alla media di 10 anni. Dal 1983 al 1999, gli USA non bruciavano più di i 26.000 chilometri quadrati l'anno. Ma dal 1999 la soglia è stata ampiamente superata. Nel 2006, 2015 e 2017, sono bruciati quasi 39.0000 chilometri quadrati.

 

In realtà Trump nega in pubblico il cambiamento climatico, ma sa benissimo che esiste, tanto che il suo resort in Irlanda sta costruendo un muro per prevenire l’avanzata delle maree dovute all’innalzamento dei livelli del mare causato dallo scioglimento dei ghiacci ai poli.
Probabilmente anche Salvini sa bene che gli alberi sono la nostra assicurazione contro frane, valanghe e inondazioni. Ma il business è business, e il pezzo lo pagheranno gli elettori di domani. Sempre se domani ci saranno elezioni.