Circa 15 milioni di ettari, una superficie di foresta pluviale pari a cinque volte il Belgio, sono state assegnate alle compagnie del legno. Ed è così che tutti i titoli di taglio controllati dalle compagnie del legno nel 2005, quando è iniziata la revisione legale, in un modo o nell'altro l'hanno fatta franca, ottenendo la conversione a concessioni di ungo periodo. Termina con un risultato pari a zero, il lungo e costoso processo di revisione legislativa che doveva ripulire un settore fortemente infiltrato dalle pratiche illegali e dall'evasione fiscale, responsabile di gravi conflitti sociali con la popolazione e della frammentazione di importanti blocchi forestali intatti.

Il progetto di revoca della moratoria sul rilascio di nuovi titoli di taglio, recente annunciata dal ministro, minaccia di aprire la porta allo sfruttamento di altri 10 milioni di ettari. E' così che 25 milioni di ettari di foresta congolese  rischiano di essere sacrificati allo sfruttamento industriale, invece di divenire un trampolino di lancio per uno sviluppo sostenibile per le foreste, per le comunità che le abitano e per il clima

"La legalizzazione di questi 15 titoli forestali è inaccettabile, e getta discredito sul governo della Repubblica Democratica del Congo, sulla Banca mondiale e sugli enti di cooperazione coinvolti nello sviluppo di una strategia nazionale REDD (Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado forestale) - ha dichiarato Irene Wabiwa, di Greenpeace Africa - La decisione di revocare la moratoria non solo mette a rischio altri dieci milioni di ettari di foresta pluviale, ma danneggia anche il prestigio del paese nei colloqui sul clima globale. E' in gioco la capacità e della Repubblica Democratica del Congo (e della Banca Mondiale) nel fermare le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla deforestazione e dal degrado delle foreste".

Infatti, il meccanismo REDD dovrebbe includere misure per proteggere queste foreste, che sono della massima importanza per la biodiversità e il clima, e che includono gli ultimi grandi 'paesaggi forestali intatti' dell'Africa centrale. "Revocare la moratoria sarebbe scandaloso in queste circostanze. Il prelievo industriale di legname non è una soluzione per la protezione delle foreste congolesi, è come gettare  benzina sul fuoco. Nessuna decisione sul futuro delle foreste congolesi può essere presa senza una reale pianificazione dell'uso del suolo che coinvolga le comunità che vivono nella foresta e che ne dipendono", ha aggiunto René Ngongo, consigliere politico di Greenpeace Africa.

Greenpeace ha invitato il governo congolese e la Banca Mondiale aa mantenere la moratoria sul rilascio di concessioni forestali. Tale impegno è fondamentale per la un piano REDD di lungo periodo per la protezione delle foreste del paese,  supportato dalla cooperazione internazionale.

 

Joomla templates by a4joomla