La notizia è ottima: la Cina  aumenterà le proprie foreste di  40 milioni di ettari di foresta nel prossimo decennio, rispetto al 2005. Lo ha annunciato il presidente Hu Jintao al Meeting APEC,  tenutosi a Pechino, che riunisce i ministri delle foreste. E allora di cosa avere paura? Della storia: I massicci piani di protezione delle foreste avviati dal governo cinese negli ultimi dieci anni, senza però misure volte alla riconversione dell'industria del legname, hanno ridiretto la domanda cinese verso l'estero: Indonesia, Gabon, Mozambico, Malesia, Myanmar, Papua Nuova Guinea, Isole Salomone, Suriname e Guyana fanno ora i conti con una massiccia deforestazione alimentata da importatori e ditte forestali cinesi.


E' una corsa senza fine. Le importazioni di tronchi della Cina nel 2010 sono salite a 34,35 milioni di metri cubi, raddoppiando dai 17 milioni di metri cubi importati nel 2001. E si prevede che la crescita continuerà fino a oltre 180 milioni di metri cubi entro il 2015.

Lo snodo di questo commercio è il porto cinese di Zhangjiagang, presso Shanghai. Questo porto è diventato il maggiore hub mondiale dei tronchi tropicali. Dal 1982 le importazioni cinesi passano attraverso le sue banchine. Nei primi 7 mesi di questo anno le importazioni di tronchi hanno raggiunto gli 1,6 milioni di metri cubi, per un valore di 360 milioni di dollari.

Nel 2005 indagini di EIA e Telapak hanno rivelato una rete di intermediari e broker responsabile dell'organizzazione del trasporto illegale dei tronchi dall'Indonesia alla Cina. La maggior parte dei tronchi di merbau trafugati da Papua passano proprio per il porto di Zhangjiagang, dove passano la dogana utilizzando falsi documenti malesi per nascondere la loro vera origine.

 

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