Roma, 2 marzo 2005 - Greenpeace ha annunciato oggi la creazione di una stazione forestale" all'interno delle ultime foreste della Lapponia finlandese, dove le comunità  indigene Sami allevano le renne. L'iniziativa è stata presa in seguito alla decisione del governo finlandese di iniziare il taglio di alcune foreste di conifere importanti per il pascolo invernale delle renne, nonostante le raccomandazioni del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite.

 

La "stazione forestale" di Greenpeace sarà  una base dalla quale monitorare le operazioni di taglio delle foreste e assistere le cooperative di allevatori Sami di renne nel delimitare le aree di foresta da proteggere dal taglio. Gli attivisti vivranno in strutture simili a containers o nelle tende tradizionali dei Sami.
In Finlandia vivono circa 4.000 Sami. Una coalizione di allevatori di renne ha recentemente inviato una lettera al Ministro delle Foreste finlandese, chiedendo una moratoria del taglio delle foreste in territorio Sami, sostenuta anche da Greenpeace e da altre organizzazioni ambientaliste finlandesi.
"Il governo finlandese continua il taglio industriale delle foreste dei Sami e Greenpeace è a fianco di questi popoli, finché non verrà  riconosciuto il loro diritto all'allevamento tradizionale delle renne, che dipende dall'esistenza di foreste mature" ha detto Sergio Baffoni, di Greenpeace.
L'azienda forestale di stato, Metsâhallitus, ha pian piano deforestato, porzione dopo porzione, le terre dei Sami nella Lapponia finlandese.
Circa il 70% del legname tagliato da Mets‰hallitus viene utilizzato per la produzione di cellulosa: la multinazionale della carta StoraEnso compra la maggior parte di questa cellulosa impiegata anche in Italia per riviste, pubblicazioni e perfino carta igienica.
"Purtroppo siamo vicini a un punto di non ritorno: la Metsahallitus sta per tagliare gli ultimi tratti di foresta primaria in cui vive il "lichene delle renne", vitale per il pascolo invernale di questi animali, principale fonte di sussistenza dei Sami" continua Baffoni.
In Italia oltre 50 scrittori si sono impegnati, aderendo all'appello di Greenpeace, a non stampare i propri libri su carta proveniente dalla distruzione delle foreste primarie scegliendo invece carta riciclata, scoprendo che spesso non costa di più e piace ai lettori.
L'uscita di numerosi libri stampati su "carta amica delle foreste" dimostra che l'alternativa è praticabile e alla portata di editori, piccoli, medi e grandi.
Anche sul fronte della carta igienica, aziende come la Coop hanno introdotto sul mercato fazzoletti, tovaglioli, carta igienica e asciugatutto prodotti con cellulosa certificata FSC, che non proviene dalla distruzione delle foreste primarie. Greenpeace chiede all'intera industria cartaria del nostro Paese di non rendersi complice della distruzione delle foreste."

 

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