La scorsa settimana Rudy Gani, il leader del Mahasiswa Aliansi Tolak LSM Asing (l'Alleanza degli studenti contro le ONG straniere), ha presentato alla polizia una denuncia contro Greenpeace. L'accusa è di appropriazione indebita di 20 miliardi rupia indonesiana (2,2 milioni di dollari) ai danni dei suoi sostenitori. Rudy Gani non ha presentato alcuna prova di tale appropriazione indebita: la denuncia si basa sul confronto tra la dichiarazione dei redditi di Greenpeace, e una estrapolazione delle sue presunte entrate da parte dello stesso Rudy Gani, basata sul presupposto che i 30.000 sostenitori di Greenpeace in Indonesia versono ogni mese 75 mila rupie (8 dollari). Sia Greenpeace che Indonesia Corruption Watch hanno respinto le accuse.
"Le campagne di Greenpeace si basano su donazioni provenienti da tutto il mondo, la trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per Greenpeace - ha spiegato un portavoce di Greenpeace Sud-Est asiatico al sito mongabay.com - le assunzioni di Rudy Gani sono errate e fuorvianti, e questa persona non ha neppure tentato di verificarle con Greenpeace".
Il coordinatore di Indonesia Corruption Watch, Danang Widoyoko, ha liquidato le accuse come una mera campagna diffamatoria contro Greenpeace, il cui recente campagne contro la deforestazione hanno toccato interessi economici in settori potenti come quello dell'olio di palma e dell'industria cartaria: "La vera questione è 'Chi finanzia gli studenti?' - si chiede Widoyoko, aggiungendo che il gruppo non ha un bilancio pubblico - Probabilmente non sapremo mai la fonte dei loro finanziamenti".
I sospetti cadono subito sul gigante cartario Asia Pulp & Paper (APP), il principale obiettivo della attuale campagna di Greenpeace. La APP nega qualsiasi legame con il gruppo. Ma la notizia della denuncia di Greenpeace è subito rimbalzata sui siti web dei gruppi che sostengono la APP a livello internazionale. Sia la Consumer Alliance for Global Prosperity che World Growth International, hanno battuto la grancassa sulla denuncia presentata in Indonesia.
Non era la prima volta che Greenpeace ha ricevuto pressioni in Indonesia. L'anno scorso, nel pieno della sua campagna contro la APP, l'associazione è stata accusata di utilizzare fondi provenienti da una lotteria (illegale in Indonesia) per finanziare le proprie campagne, ed è stata sfrattata dal suo ufficio a Jakarta. In ottobre, il direttore della branca britannica di Greenpeace John Sauven, è stato bloccato all'aeroporto, malgrado avesse i visti in regola, e rispedito a Londra. Stessa sorte è toccata all'attivista Andrew Tait.
Greenpeace si batte contro la deforestazione praticata dalla APP nell'isola di Sumatra, dove il gruppo cartario continua a convertire le foreste naturali in piantagioni di acacia e eucalipto. Queste foreste sono l'habitat fondamentale di specie minacciate di estinzione come oranghi, elefanti, e tigri di Sumatra, oltre a stoccare grandi quantità di carbonio. Questa campagna, portata avanti anche da altre associazioni, è costata alla APP la perdita di clienti di spicco come Xerox, National Geographic, Mattel, Gucci, Staples, Carrefour, Tesco, Kraft, Unisource, H & M, e Fuji, e Danone, tra gli altri. La APP ha anche perso la certificazione del Forest Stewardship Council (FSC).