Immaginate una imprese cartaria che abbatte le ultime foreste pluviali di Sumatra. Immaginate le associazioni ambientaliste che per anni gli chiedono di interrompere la conversione delle foreste pluviali in piantagioni, e nel frattempo, un pezzo dopo l'altro, ben due milioni di ettari di foresta finiscono in fumo sotto le ruspe dell'impresa. E la maggior parte di queste foreste sono di alto valore di conservazione, o sono torbiere, cruciali per il clima, o sono l'habitat di specie minacciate, come la tigre e l'elefante di Sumatra, o l'orango. Poi, improvvisamente, con squilli di tromba e rombi ti tamburo, l'azienda annuncia che sospenderà la conversione. Tutti felici, allora? Non proprio, perché se si vanno a leggere le parole esatte dell'annuncio, la realtà è ben diversa: l'impresa sospenderà la conversione solo nella piantagioni di proprietà. È un problema? Sì, è, dal momento che la deforestazione avviene altrove, su suolo pubblico dato in concessione a questa impresa. Insomma, la conversione continuare ad andare avanti, malgrado il clamoroso annuncio.

 

Questa non è una storia ipotetica. E' la storia dell'annuncio diffuso ieri dal gigante cartario Asia Pulp & Paper (APP). L'impresa ha organizzato una conferenza stampa a Jakarta per rendere nota la notizia dell'anno per le foreste indonesiane: "APP annuncia Nuove politiche sulle foreste ad alto valore di conservazione" tra cui "l'immediata sospensione dell’abbattimento di foreste naturali nelle proprie concessioni". 

Ma una domanda sorge spontanea: quanto sono estese le concessioni "proprie"? Qual è il reale impatto della 'nuova' politica sulla catena di approvvigionamento? Qual'è l'estensione della zona interessata dalla nuova politica? Quali sono le "concessioni di proprietà APP in Indonesia" e quali non sono considerate "proprie"? Nessun dato è disponibile. Secondo il WWF, restano appena 206, 412 ettari di foreste di alto valore di conservazione, la gran parte delle quali è già esclusa dalla legge. Insomma, ne restano appena 22,000 coperte dalla moratoria, e saranno probabilmente scomparsi quando la moratoria entrerà in vigore nel 2014!

E ancora, perché non lasciare entrare alla conferenza stampa i rappresentanti di associazioni ambientaliste come Greenpeace Indonesia, se si tratta di un annuncio serio e non c'è nulla da nascondere?

Già nel 2006 la APP si è impegna a proteggere le foreste alto valore di conservazione. Da allora, le sue ruspe hanno ad abbattere a raso queste foreste in habitat critici come i paesaggi forestali del Santuario della tigre del Senepis, della Riserva della Biosfera dell'UNESCO di Giam Siak Kecil, l'habitat della digre di Bukit Tigapuluh , comprese zone identificate dalla stessa APP come 'di alto valore di conservazione'. Una distruzione ben documentata con foto e mappe della coalizione indonesiana Eyes on the Forest

"Sarebbe stato ben diverso se la APP avesse seguito l'approccio adottato dalla propria consociata del Gruppo Sinar Mas, la Golden Agri Resources - sostiene Greenpeace nel suo blog - Questa impresa ha infatti adottato l'anno scorso una politica di conservazione della foresta che la impegna a non sviluppare le sue piantagioni in foreste e torbiere. Se la APP voleva convincere i suoi clienti di aver avviato un reale progresso, perché non è seguire l'esempio della  Golden Agri Resources?"

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