Il profumo di Marilyn Monroe Ecologisti all'attacco: Chanel no 5 minaccia la rosa dell'Amazzonia L'essenza usata da Marilyn Monroe e Carole Bouquet MILANO - Chissà che cosa farebbe Coco Chanel se fosse ancora viva. Per il suo profumo, che battezzò con disarmante semplicità "no 5", indovinato dal "naso" dello zar Ernest Beaux e lanciato sul mercato nel 1921, è venuta l'ora della verità.
Gli ecologisti vogliono conoscere la preziosa formula, rimasta top secret per tre quarti di secolo. Cercano una conferma ufficiale, a un fondato sospetto: il "no 5" si produce con un olio essenziale ottenuto da un albero che cresce in Amazzonia, il Pau Rosa (o Aniba Duckei). Il giorno in cui la casa di moda parigina lo scrivera nero su bianco, gli ambientalisti sferreranno un attacco senza esclusione di colpi, perché quell'albero è in via di estinzione e la colpa sarebbe tutta di quel flaconcino, benedetto da Marilyn Monroe - che lo rese (e si rese) indimenticabile con la sublime battuta: "Pigiama o camicia da notte? A letto indosso solo Chanel no 5" - e oggi maledetto dagli ecologisti. Il caso dalla Francia - ieri era su Le Monde - rimbalza in Italia. Ecco i fatti. Il pau rosa è un grande albero, alto mediamente venti metri, che cresce nel cuore dell'Amazzonia, nord del Brasile. Segni particolari: si riproduce difficilmente. Motivo: anni e anni di saccheggio da parte dell'industria cosmetica. Secondo la Fao ogni anno vengono abbattuti tremila pau rosa per produrre 30 tonnellate di olio essenziale, destinato ai produttori di profumo. I taglialegna brasiliani, che restano tre mesi nella foresta amazzonica per "l'albero profumato", ormai attaccano gli esemplari più giovani: dal 1995 il pau rosa compare nella lista rossa delle specie minacciate dell'Iucn (l'Unione internazionale per la conservazione della natura). Alla fine del '95 l'associazione ecologista "Robin des bois" o "Robin Hood" fa la prima mossa. Chiede a Chanel di lasciar perdere quell'olio essenziale perche' con quella rinuncia "avrebbe preservato ciò che resta della foresta tropicale". La risposta arriva dalla Chanel nel febbraio '96 e suona piuù o meno così: "Spiacenti, ma la segretezza della formula è alla base della nostra attivita". Robin Hood, nella persona di Jacky Bonnemains, ritorna alla carica. Inutilmente. L'ultima arma nelle mani degli ambientalisti e' il boicottaggio del prodotto: se il "naso" di Chanel non parla, il prossimo Natale partiranno con una campagna contro il mitico (un flaconcino è esposto anche al Moma di New York) profumo. Scenderà in campo il Forest Movement Europe, che riunisce una trentina di associazioni ecologiste. Chissa' se le sue fedeli testimonial, da Lauren Hutton a Catherine Deneuve a Carole Bouquet sposeranno la nobile causa. E chissà se Coco Chanel, che si vantava di aver inventato il no 5 "per caso", avrebbe salvato il suo profumo o le foreste dell'Amazzonia.
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