Jakarta, 28 settembre 1997 - Solo un disastro aereo con 234 morti ha dato rilievo alla più intensa ondata di incendi del Sud-est asiatico. Da un mese le fiamme di origine dolosa devastano le foreste, levando una nube di fumo di portata continentale. Sono oltre 160 sono le imprese accusate di aver provocato incendi per ripulire il terreno e prepararlo per le piantagioni di olio di palma:  800.000 ettari di foresta equatoriale, soprattutto nell'isola del Borneo e di Sumatra sono ormai ridotti in cenere. Foto da satellite e pagine internet illustrano una situazione apocalittica, conseguenza dell'uso del fuoco per il disboscamento e dell'imprevisto ritardo nell'arrivo dei monsoni.

Gli incendi hanno inoltre avvolto in una spessa coltre di fumo gran parte del sud-est asiatico, fino a Singapore, Sumatra e Java, con effetti letali anche sulla popolazione, parte della quale ha addirittura abbandonato il paese. Gravi sono anche i danni all'economia dovuti alla riduzione della visibilità, che in alcune zone è scesa anche a pochi metri

E' inoltre probabile che questi incendi possano avere un effetto sul clima globale. Sicuramente gravissimi sono invece i danni, per ora non quantificabili, sulla fauna, e in particolare sui primati che vivono nelle foreste dell'Indonesia: un articolo dell'AP riferisce sui pericoli che corrono i circa 20000 oranghi che vivono attualmente solo nel Borneo e nell'isola di Sumatra.

 

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