Oltre 100 associazioni ambientaliste e umanitarie nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) hanno chiesto alla Banca Mondiale di fermare i piani di sviluppo economico del paese che dividerebbero la seconda foresta pluviale più estesa al mondo in diverse zone di concessioni per il taglio di alberi. Documenti interni della Banca Mondiale ottenuti da Rainforest Foundation rivelano che la banca intende “creare un clima favorevole per lo sfruttamento forestale” nel Congo, e prevede un aumento del 600% della produzione di legname. 
Secondo le ONG, questi piani avrebbero gravi ripercussioni per i diritti e i mezzi di sostentamento di milioni di cittadini Congolesi, con impatti irreversibili sull'ambiente forestale. Con un'area di 1.3 milioni di km2, le foreste della RDC sono le più estese al mondo dopo l'Amazzonia e finora sono state largamente risparmiate dalla distruzione estesa. Circa 35 milioni di persone vivono in queste foreste o intorno, compresi gli agricoltori Bantu e i cacciato ri-raccoglitori Pigmei Twa e Mbuti.
 
La guerra più sanguinosa della storia Africana iniziata nel 1998 ha distrutto il paese. Ma il dialogo inter-congolese lo scorso anno ha permesso di istituire un governo di transizione di unità nazionale che guiderà la RDC alle elezioni entro 30 mesi. Nonostante il cessate il fuoco, l'est del paese rimane controllato da numerosi gruppi e milizie ribelli che saccheggiano oro, diamanti e minerali di valore, terrorizzando, stuprando e uccidendo le popolazioni locali col risultato di distruggere l'infrastruttura sociale. 
 
Per stabilizzare il paese, la comunità internazionale sta incoraggiando e monitorando la ricostruzione economica, ma la Rainforest Foundation avverte che il nuovo codice forestale adottato nell'Agosto 2002, appoggiato dalla Banca Mondiale e dalla FAO, porterà inevitabilmente alla distruzione estesa delle foreste e metterà in pericolo un'area di 60 milioni di ettari, grande quanto la Francia. Le popolazioni locali non sono state consultate nella formulazione della nuova legge che infatti rappresenta una minaccia per i mezzi di sostentamento di milioni di Congolesi impoveriti la cui sopravvivenza dipende dalla foresta. 
 
La ri-zonizzazione delle foreste dovrebbe prendere in seria considerazione i diritti e i bisogni delle popolazioni che vivono nell'area. La Banca Mondiale dovrebbe spiegare chiaramente cosa ha fatto per far rispettare i suoi stessi standard. Le ONG si sono organizzate in un network e sono rappresentative di 27 etnie. Nel 2001, la RDC è stata definita dall'UNEP come una dei 15 paesi dove andrebbero concentrati gli sforzi per la conservazione forestale. 
 
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