Colpa l'eccezionale caldo e la siccità, ma colpa soprattutto di scatenati promani e incendiari, se quest'anno un decimo circa delle aree coperte da vegetazione di tutta Europa è stato percorso dal fuoco e una parte è andata in fumo. Un danno i cui risultati finali non tarderanno a farsi sentire: oltre all'accelerazione del fenomeno dell'effetto serra, avremo smottamenti, frane e alluvioni.

Le acque meteoriche non verranno più trattenute dalle chiome degli alberi e dal sottobosco, potranno così giungere a valle con tutta la loro forza.
Ma lasciamo stare gli altri Paesi, e concentriamoci sull'Italia dove possiamo analizzare la questione con più attenzione, conoscendo sia la situazione politica che quella geomorfologia. C'è da dire che gli incendi sviluppatesi su gran parte dell'Italia sono stati orchestrati da mani criminali, quindi incendi per il 60% dolosi e per il rimanente 40% colposi.
Per prevenire gli incendi dolosi, sono state proposte diverse misure. Innanzitutto eliminare la norma che prevede di dare compensi ai gruppi volontari o agli operai forestali sulla base degli interventi sugli incendi. Si è visto, infatti, che quando gli interventi per oltre un mese sugli incendi non venivano attuati grazie alle condizioni del tempo, improvvisamente prima dello scadere dell'incarico di lavoro ai gruppi operanti scoppiavano incendi un po' ovunque. Si dovrebbe invece invertire la norma: stabilire un budget stagionale per gruppo di sorveglianza incendi autorizzato e diminuirlo gradatamente in virtù della presenza di incendi boschivi.
E' inoltre necessario controllare il territorio con postazioni fisse attive a reticolo, capaci di grande mobilità  di intervento sui principi di incendio entro 30 minuti massimo dall'avvistamento.

 

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