Per contrastare la deforestazione, l'Unione Europea sta elaborando una nuova bozza di regolamento per garantire l'importazione di prodotti esenti da deforestazione. L'Europa consuma circa il 10% di tutti i prodotti di base che causano la deforestazione. Di recente, oltre 50 scienziati hanno avvertito gli eruroparlamentari che un annacquamento della legislazione europea sulla deforestazione minerebbe i piani europei di riduzione delle emissioni.
I ministri dell'Ambiente europei hanno riscritto una bozza di regolamento per limitarne l'impatto a un mero 2% dell'area forestale europea. La proposta ridefinisce il "degrado forestale" come la sostituzione di foreste primarie con piantagioni, limitando l'impatto della legislazione a soli 3.1 milioni di ettari di foreste primarie, rispetto ai 159 milioni di ettari di foreste.
Secondo gli scienziati, la proposta potrebbe "impedire alla legislazione di affrontare la perdita di foreste sul territorio dell'UE e creare la percezione che l'UE stia eludendo le proprie responsabilità in materia di foreste, scaricando invece l'onere sui Paesi in via di sviluppo dei tropici".
L'esclusione del degrado forestale dalla legge "comprometterebbe il desiderio professato dall'UE di vedere l'Europa diventare il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050" e "indebolirebbe gravemente" gli sforzi dell'UE per sostenere la conservazione globale, aggiunge la lettera, riportata dal Guardian.
La nuova definizione di degrado forestale non sarebbe riconosciuta dagli scienziati o dalle popolazioni che dipendono dalle foreste. "Ignora i danni considerevoli che continuano a essere inflitti alle foreste attraverso il disboscamento insostenibile, l'incenerimento deliberato e l'estrazione mineraria, nonché la costruzione di strade che frammentano le foreste facilitando così un ulteriore degrado", ha dichiarato Jaboury Ghazoul del Politecnico di Zurigo. Poiché trascura i diritti delle comunità che dipendono dalle foreste, "la definizione non è solo insostenibile, ma anche ingiusta", ha affermato.
Si stima che il degrado forestale sia responsabile di circa il 25% delle emissioni totali causate dai danni alle foreste tropicali e che rilasci circa 2.5 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno - circa il 5% delle emissioni globali di gas serra.
La proposta originaria della Commissione europea definiva il degrado forestale come il risultato di operazioni non sostenibili che riducono la complessità biologica e la produttività a lungo termine degli ecosistemi forestali, in linea con la definizione della FAO. Ma un documento della lobby svedese ottenuto dal Guardian descrive tali definizioni come "dettagliate e poco chiare" e sostiene che imporrebbero "costi eccessivi che non possono essere giustificati" alle piccole imprese.