Managua, 23 novembre 2006 - Il Nicaragua ha perso negli ultimi anni circa 150 mila ettari di foresta all'anno e contemporaneamente, il taglio illegale ha lasciato perdite economiche per più di 100 milioni di dollari, mentre la corruzione e l'impunità continuano ad essere istituzionalizzate.
Nel 1950 il Nicaragua aveva una superficie boscosa di 6,4 milioni di ettari, cioè il 47 per cento del territorio nazionale, stimato in 137 mila chilometro quadrati. La superficie coltivata era di solo 958 mila ettari, equivalente al 7 per cento del territorio nazionale. Mezzo secolo dopo, lo studio forestale del Nicaragua, elaborato da tecnici e specialisti del Instituto Nacional de Forestación (INAFOR), paragonava la superficie boscosa con la relazione tecnica della FAO, stimando che essa era diminuita a 3,2 milioni di ettari. Cioè che la deforestazione supera i 32 mila Km?, area molto maggiore alla superficie totale del Massachusetts o del Salvador".
Questo tasso di deforestazione equivale ad un perdita media di 64 mila ettari all'anno ed in questi 50 anni è sparito il 51 per cento dei boschi del Nicaragua (il 47,35 per cento nell'anno 2000). La superficie destinata alla coltivazione ed all'allevamento è aumentata a 46.935,4 chilometri quadrati, il 34 per cento del territorio nazionale.
All'inizio degli anni 90, gli ambientalisti hanno denunciato denunciò la concessione di taglio assegnata a una compagnia taiwanese, su terre ancestrali delle popolazioni indigene miskitas. Dietro la concessione si nascondeva una rete trasversale di interessi legati alla classe politica.
La firma degli Accordi di Pace nel 1990 ha portato con sé la ripresa dell'avanzamento della frontiera agricola, dovuto in parte alla consegna di grandi estensioni di terra a gruppi di ex militari ed ex Contras. In assenza di una Legge Forestale, lo Stato emise il Decreto Esecutivo 45-93, costituendosi in una norma con poca forza legale e molti vuoti. Durò per 10 anni, fino all'entrata in vigore della Legge 462, nel 2003.
In questo periodo si sono registrati i maggiori volumi di estrazione legale di legno (una media di 235 mila metri cubici all'anno), uguagliati da altrettanti volumi di taglio illegale.
Si implementò anche la consegna di concessioni su vasta scala, come per esempio quelle concesse ad un'impresa taiwanese (125 mila ettari) ed all'impresa coreana Sol Caribe S.A. (62 mila ettari).
Lo Stato dimostrò una mancanza di politica settoriale chiara, una mancanza di regolamentazione e controllo ed un'infrastruttura di procedimento obsoleta.
È in questo periodo che nasce il cambiamento dell'Ente Regolatore del settore forestale. Questa istituzione (Sistema Forestale Nazionale - SFN ed attualmente Instituto Nacional de Forestación -INAFOR) si finanziava attraverso le imposte, i permessi di taglio ed estrazione del legname, le multe e le vendite all'asta. Questo originava una corsa alla consegna sempre maggiore di permessi di sfruttamento forestale, per avere maggiori risorse finanziaria e poter così funzionare. Questo metodo non garantiva però una gestione efficiente del settore forestale. Durante questo periodo si registrarono due circostanze che permisero l'incremento di sfruttamento del settore boscoso con tratti di legalità.
Le imprese ne approfittarono per iniziare l'abbattimento indiscriminato e senza controllo dei pini e il disboscamento illegale si incrementò in modo smisurato. L'altra circostanza fu l'Uragano Mitch (1998). Anche in questo caso si approfittò della situazione per il taglio illegale e si continuò a presentare le grandi quantità di piante abbattute come "legname caduto" a causa dell'uragano. Questa situazione continuò fino al 2004.
Nel 2003 è poi stata approvata la Legge 462 ed il suo Regolamento (73-2003). Questo periodo si è caratterizzato per l'estrazione legale di 180 mila metri cubici (2004 - 2005) e per la prima assegnazione di fondi pubblici all'INAFOR (2005). Inoltre si approvò il Regolamento di Incentivi Forestali (104-2005) e di Concessioni Forestali (106-2005). Secondo le dichiarazioni del Direttore di INAFOR (La Prensa del 20 Novembre 2003), il volume del taglio illegale di alberi è stato quattro volte superiore a quello legale.
La Legge 462 stabilì la privatizzazione dei meccanismi di regolazione e controllo del settore forestale, per verificare quando un'impresa stava lavorando legalmente o illegalmente ed è molto difficile comprovarlo. In molti casi, l'illegalità è più economica della legalità. Questa privatizzazione, attraverso le figure dei Reggenti e Controllori Forestali, creò il caos più assoluto nel settore forestale nicaraguense".
Si creò anche la figura dei "Piani Minimi", che sono piani di sfruttamento forestale inferiori a 50 ettari e che non necessariamente seguono un piano regolatore.
Dietro questa figura legale si celò la maggior parte del disboscamento illegale nel paese e con pieno conoscimento delle autorità competenti.
È sempre in questo periodo che si registrarono i maggiori scandali di corruzione ed incominciarono i processi di certificazione, alcuni dei quali con modalità dubbiose che sottrassero legittimità agli stessi e frustrarono la possibilità del paese di entrare in un'attività produttiva ordinata, che potesse beneficare economicamente il Nicaragua.
Divenne di moda il sequestro di legname tagliato illegalmente da parte del INAFOR.
Nel maggio del 2006 venne emesso il Decreto di Emergenza Economica (32-2006), si eliminarono alcuni diritti costituzionali nelle zone del Río San Juan, Nueva Segovia e Regioni Autonome dell'Atlantico e si proibì ogni tipo di attività forestale. L'effetto fu devastante ed aumentarono i casi di corruzione.
INAFOR sequestrava grandi quantità di legname, ma al momento di venderlo all'asta, appariva una quantità molto minore. Bisogna scoprire la verità e capire che fine ha fatto questo legname e chi ci ha guadagnato.
Inoltre, la Asamblea Nacional non ha rispettato il procedimento legale appropriato per l'approvazione o il rifiuto del Decreto 32-2006 e quindi, la stessa Asamblea, ha emesso la Legge di Restrizione (Ley de Veda - 585), la quale entrò in vigore a giugno del 2006.
Parallelamente, il 20 maggio 2006, venne approvata la Legge Speciale per i Delitti contro l'Ambiente e le Risorse Naturali. Con questa nuova legge si sperò che finalmente sarebbero stati puniti i trasgressori, ma fino a questo momento, nessuna persona naturale o giuridica è stata sanzionata per questo tipo di delitti.
La Ley de Veda è oggi messa in discussione per i suoi vuoti giuridici e tecnici ed anche perché non ha come obiettivo quello di bloccare la situazione attuale e riordinare il settore forestale.
Ha inoltre avuto un effetto contrario a quello sperato ed infatti i flussi di taglio illegale sono aumentati del 50 per cento.