Washington DC, 15 febbraio 2002 - Ecco come l'Italia finanzia la deforestazione. L'agenzia italiana di credito all’esportazione SACE invita i finanziatori italiani a investire in imprese come la APP, il campione indonesiano della deforestazione. E la SACE assicura l'investimento.
In realtà la SACE non è un 'eccezione. Le agenzie di credito all’esportazione europee e nordamericane hanno garantito miliardi di dollari per assicurare i loro investimenti e la tecnologia fornita al settore forestale. Un caso emblematico è il credito all'esportazione di macchinari per segherie, che ha coinvolto anche la SACE, quando è chiaro che il sovradimensionamento del settore della lavorazione del legno è la tra le cause principali delle deforestazione dell'Indonesia, in quanto la capacità produttiva supera di gran lunga la quantità di legname grezzo producibile in modo sostenibile. Insomma, è stato direttamente incentivato il taglio illegale delle foreste.
Le foreste in Indonesia coprono un’area di 147 milioni di ettari, pari a circa il 78% di tutto il territorio indonesiano. Circa 40 milioni di indigeni (sui 200 milioni indonesiani) vivono e dipendono dalle foreste. Nelle foreste è contenuto circa il 10% di tutte le specie di piante al mondo, il 12% dei mammiferi, il 17% dei rettili e anfibi, e il 17% di tutte le specie di uccelli.
Tutta questa ricchezza sta scomparendo a causa della distruzione della foresta indonesiana. Il 72% delle foreste originarie è già stato distrutto ad un tasso di deforestazione di 2,4 milioni di ettari l’anno (equivalenti alla grandezza del Belgio). Il 54% delle foreste restanti è minacciato a causa della crisi economica, la debolezza delle politiche nazionali, le riforme imposte dal FMI, l’espansione dell’industria della carta e la creazione di piantagioni, principalmente di palma da olio.
Le foreste indonesiane hanno subito la pressione altissima delle attività sia dei settori forestali che non forestali. L’allarmante deforestazione durante gli anni 1950-1985 ammontava a 33 milioni di ettari, ad un tasso di 942,857 ettari l’anno; tra il 1984 e il 1997 sono stati distrutti 2,4 milioni di ettari l’anno. Secondo la Banca Mondiale il tasso di deforestazione negli anni ’90 era di 1,5 milioni di ettari l’anno. Il taglio industriale in concessione alle imprese del legname è una della cause principali della deforestazione in Indonesia.
Il credito all'esportazione
Le agenzie di credito all’esportazione hanno svolto un ruolo importante nell’assistere gli investitori esteri e nel supportare il sistema autoritario e corrotto dei monopoli economici e politici durante i 30 anni di Suharto. Il regime assicurava un basso costo per l’appropriazione delle terre e una forza lavoro relativamente docile ed a buon mercato. Gli investitori stranieri, protetti dalle politiche di aggiustamento strutturale e sul debito delle istituzioni finanziarie e spesso supportati dalle garanzie delle agenzie di credito, si sono mossi verso i potenti interessi che giravano intorno alla famiglia Suharto, attraverso forti legami economici, ad esempio quote d’investimento a basso costo nelle loro imprese. In compenso agli investitori era assicurato l’accesso a settori vantaggiosi dell’economia indonesiana e potevano ricevere “assistenza” dalle forze armate indonesiane nelle attività di espulsione delle persone e degli indigeni dalle terre dei loro progetti, o per prevenire proteste nelle loro fabbriche inquinanti.
L’espansione delle piantagioni di palme da olio sono iniziate con circa 600.000 ettari nel 1985 fino ad arrivare a circa 3 milioni di ettari nel 1999. Una media di 200.000 acri di foreste per anno sono state convertite in piantagioni di palma da olio. La media annuale di conversione si prevede possa aumentare drammaticamente nei prossimi anni se le prospettive di mercato per l’olio di palma rimangono così promettenti come sono adesso. Già nel 1996, il governo indonesiano ha messo da parte 9,13 milioni di ettari di foreste per lo sviluppo dell’olio di palma. Metà della produzione di olio di palma in Indonesia è per uso domestico, la maggior parte per olio da cucina. Importanti consumatori di olio di palma per scopi industriali sono l’Unilever, la Proctor & Gamble, la Henkel, la Cognis e la Cargill.
Indah Kiat , APP e la SACE
La cartiera di Indah Kiat, della compagnia APP (Asia Pulp and Paper) si trova a Sumatra, nella località Perawang. E' finanziata da un pacchetto di investimento di 500 milioni di dollari da parte delle ACE scandinave, spagnola e canadese. Hermes tedesca e Exim americana avrebbero concesso una garanzia di 5,6 milioni di dollari ed un prestito di 4,5 milioni di dollari. La cartiera produce 790.000 tonnellate di carta l'anno e distruggerà ogni anno 200 chilometri quadrati di foresta vergine prima che le piantagioni monoculturali raggiungano lo stadio di maturità. Nel 1999 la stragrande maggioranza della cellulosa e pasta di cellulosa proveniva da foreste vergini: si calcola che negli ultimi 12 anni Indah Kiat abbia deforestato una superficie pari al territorio del Lussemburgo. Se all'inizio Indah Kiat si era impegnata ad iniziare ad utilizzare pasta di cellulosa prodotta da piantagioni già dal 2004, in un secondo tempo ha annunciato di voler farlo solo dal 2007. Nel 1993 Indah Kiat è stata multata per 1,4 milioni di dollari per aver utilizzato legname estratto illegalmente. Si sarebbe poi appropriata illegalmente di almeno 3000 ettari di foreste appartenenti al popolo indigeno Sakai per radere al suolo tutti gli alberi, lasciando i Sakai senza cibo né mezzi di sostentamento. I fiumi sono stati contaminati dalle acque di scarico della cartiera, causando gravi disturbi alla salute dei residenti locali.
Secondo un rapporto di Friends of the Earth UK del maggio 2001, intitolato “Paper Tiger, Hidden Dragons”, all’inizio del 1998 la APP stava concertando un prestito di 20 milioni di dollari da diversi finanziatori. Stando alle informazioni contenute nel rapporto “questo prestito riceverà la garanzia della SACE”.
Per il 2000 la SACE ha ricevuto dal governo italiano una copertura per le garanzie a breve di 10.000 miliardi e una di 8.000 miliardi per quelle a medio e lungo termine, oltre a un fondo di riserva di 1.200 miliardi. La SACE ha iniziato, di recente, ad operare nel settore del project financing a livello internazionale: in questo caso, le operazioni assicurate rientrano in progetti internazionali in appalto a più imprese in vari stati.